Provincia
Mendicino: la frana che da 13 anni minaccia la collina, “case costruite sulla marmellata”
Evacuati dal 2009 sono senza casa da oltre 13 anni. Case appena acquisiate ma che non dovevano essere costruire su quel terreno
MENDICINO (CS) – Tutti i residenti di Cozzo Pirillo di Mendicino da 13 anni aspettano gli interventi risolutori su quella frana che l’8 febbraio del 2009, a causa delle incessanti piogge, ha iniziato a interessare una parte di costone del versante ovest. Erano quasi le 10 della mattina quando la frana colpì le villette bifamiliari appena costruite sulla collina. Lo smottamento fece sbriciolare il muro di cinta che avrebbe dovuto contenere eventuali cedimenti. Un cortile e parte della cancellata del complesso edilizio furono trascinati a valle dal fiume di fango che inondò il quartiere. Otto famiglie per un totale di 25 persone furono sgomberate e costrette lasciare quelle case che avevano appena acquistato e dove non hanno mai più messo piede. Solo una signora, Mirella Viola, dopo aver fatto ricorso era riuscita a rientrare in casa ma pochi giorni fa la frana è tornata a colpire inghiottendo il cancello e un muro anche di quell’ultima villetta portando ad un nuovo sgombero.
All’epoca dei fatti fu aperta un’inchiesta della Procura. Secondo gli inquirenti quelle case furono costruite in una zona sismica solo parzialmente edificabile. Le autorizzazioni a costruire risultarono alquanto anomale. In realtà nessuno avrebbe potuto concederle, ma nonostante tutto i cantieri furono allestiti e le villette innalzate su quel costone che di lì a poco avrebbe comportato l’evacuazione di tutti gli abitanti. Per Carlo Tansi, geologo ed ex capo della protezione civile, quelle case sono state costruite sulla marmellata su un terreno fortemente in pendenza (oltre il 45%) e in frana. Nel 2016 un geologo fece una relazione proprio su quei terreni dove evidenziò che le acque di ruscellamento (piovane) non erano canalizzate finendo per scivolare proprio nella zona della frana-
I proprietari da anni chiedono interventi di messa in sicurezza al Comune che, dovrebbero attivarsi ed imporre a tutti i proprietari la costruzione di una adeguata rete di regimazione idraulica delle acque piovane. Inoltre il Comune dovrebbe elaborare un progetto tecnico per la messa in sicurezza di tutto il versante da presentare alla Regione Calabria per ottenere un adeguato finanziamento.
La natura crea e la natura distrugge, ma in questo caso tutto si sarebbe potuto risolvere con un immediato intervento di messa in sicurezza del versante visto che i danni sono ancora relativamente contenuti e le villette interessate potrebbero ancora essere rese agibili per i proprietari. Persone che hanno speso i loro risparmi per acquistare una casa nella quale non hanno mai messo piede. Il sindaco di Mendicino Antonio Palermo ha ribadito che si tratta di un terreno privato dove il Comune non può intervenire. “È vero che la zona è privata – spiega un cittadino, ma la vigilanza sulla regimazione delle acque piovane spetta alle istituzioni, in primis al Comune che come in questo caso doveva attivarsi in via emergenziale per evitare il peggio e salvaguardare oltre la sicurezza dei cittadini anche gli investimenti e i risparmi di una vita di tante persone che lavorano onestamente, pagano le tasse comunali e ancora pagano il mutuo mentre i loro sogni continuano a franare come la collina di Cozzo-Pirillo”.
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