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“Oggi gli serviamo, domani siamo in mezzo alla strada”. La rabbia dei tirocinanti

RENDE (CS) – “Tirocinanti Pitagora – Rende allo sfruttamento”. E’ questo uno degli slogan presenti alla mobilitazione, di oggi pomeriggio, nel piazzale davanti al Liceo Pitagora dei sedicenti tirocini di inclusione sociale “in servizio” all’interno degli enti locali del territorio che di fatto sopperiscono in tutto e per tutto all’assenza del personale della pubblica amministrazione.

“Siamo ad oltre dieci anni in questo bacino di mobilità – dice un tirocinante ai microfoni di quicosenza – anni di lavoro e sfruttamento negli enti pubblici: scuole, provincia, comuni e vogliamo la stabilizzazione. Con 500 euro mensili non si può andare avanti. Noi, dopo anni, ci ritroviamo senza diritti, senza contributi, non abbiamo assistenza sanitaria, non abbiamo nulla. Veniamo trattati come degli inservienti ‘oggi gli serviamo e domani ci lasciano in mezzo alla strada”.

Di questi tirocinanti se ne contano in Calabria ben 4.400. La proroga dei tirocini di inclusione sociale, ratificata lo scorso ottobre, ha durata di 12 mesi e la scadenza è prevista per fine anno. “Noi chiediamo la contrattualizzazione, anche part – time ma l’importante è che ci garantiscano i contributi, per avere un futuro. Ci sono padri di famiglia che sono sul lastrico e che non riesco a mandare avanti la famiglia”.

Lo sfogo contro Occhiuto

“Siamo andati a chiedere un incontro al governatore della Calabria, durante l’ultimo sciopero, ma lui non ci ha ricevuti anzi ci ha guardati dall’ultimo piano. Lo disturbavamo – conclude amareggiato –  era impegnato con gli ospedali”.

I tavoli e gli incontri avuti nelle ultime settimane con i rappresentanti delle istituzioni non hanno sortito alcun effetto e già da martedì scorso è iniziata una mobilitazione regionale permanente in tutti i comuni calabresi. Arrivano proteste da Cirò Marina, Terranova da Sibari, Zumpano, Ionadi. “L’intera macchina organizzativa calabrese – affermano a gran voce i tirocinanti –  grava sulle nostre spalle e per di più non ci vengono fornite tutele, garanzie occupazionali e salari dignitosi”. Le indennità ammontano a poche centinaia di euro e vengono elargite dalla Regione Calabria – secondo quanto riferiscono i tirocinanti –  con sistematico ritardo. 

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