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Nel 2013 le persone credono ancora ai ciarlatani

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Nel 2013 le persone credono ancora ai ciarlatani

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COSENZA – Affari d’oro. La vicenda dell’arresto di Antonino Sapienza, il sessantenne di Aci Castello, noto anche come “Mago Sapienza”

mette in risalto un’altra allarmante e retrodata verità: i clienti del mago. I carabinieri della stazione di Cosenza Principale, agli ordini del luogotenente Cosimo Saponangelo che, in stretta collaborazione con i militari dell’Arma della stazione di Cosenza Nord, diretti dal luogotenente Francesco Parisi, e sotto le direttive del capitano Pierluigi Satriano, hanno effettuato l’arresto del mago, hanno trovato all’interno dello studio, sito in via Piave, dove lo stesso Sapienza esercitava la sua professione, un quaderno con nomi, appuntamenti, incontri, età e tariffe. Il mago, su disposizione del gip Salvatore Carpino, è stato assegnato ai domiciliari che, dovrà scontare nella sua residenza siciliana di Aci Castello. Ora, mi sorge spontaneo domandarmi, da cronista e da cittadino, come è possibile che nell’epoca in cui viviamo, dove l’informazione è veicolata in mille maniere, dove dall’età di 2 fino agli anta la gente ha piena dimestichezza con le nuove frontiere digitali, i nuovi linguaggi multimediali, ancora ci sono persone che violentano e calpestano la loro stessa intelligenza, rivolgendosi a maghi, cartomanti e fattucchiere per risolvere i propri problemi personali o relazionali? Possibile mai che nel 2013, ancora c’è gente che pensa che dalla lettura delle carte, dal controllo di una sfera di cristallo o da un assaggio corporale sessuale, possano provenire le risposte ad irrisolte domande? L’ambiente in cui operava Mago Sapienza, per come hanno illustrato i carabinieri in conferenza stampa, era poco più grande di un monolocale. Mi chiedo e vi invito a riflettere su questo: se Mago Sapienza fosse stato davvero bravo, non avrebbe ricevuto i suoi clienti in un lussuoso appartamento, casomai un superattico con tanto di veduta panoramica? E ancora se le sue capacità medianiche fossero state così straordinariamente infallibili non avrebbe lui, per primo, premiato se stesso, indovinando sei numeri fortunati al super enalotto, una quartena secca al Lotto o una puntata miliardaria alle scommesse? Com’è possibile che Francesca ed Elisa, i nomi sono di fantasia, le due ragazze finite dal mago per via di quella loro relazione altalenante, siano riuscite a sconfiggere il tabù dell’omossessualità, vivendo la loro storia d’amore alla luce del sole, e invece siano cadute nel labirinto delle fregnacce del mago? Quante di questi clienti del mago (i carabinieri parlano di numeri impressionanti, inseriti nella lista di Mago Sapienza, con vicino numeri e cifre altrettanto notevoli, ndr) di età compresa tra i venti e i sessanta/settanta anni, di differente condizione economica, sociale, culturale, si siano “infognate” nei debiti per farsi cacciare la fattura, allontanare il malocchio o recuperare il lui o la lei? Non voglio e non posso credere che alle soglie del 2013, ci siano ancora persone che credono nei maghi. Forse più che a maghi, fattucchiere e cartomanti, credono a persone estranee che approfittano delle loro condizioni di debolezza, psichica e di fiducia, per sentirsi dire quello che vogliono sentirsi rispondere.

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