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Capodanno col tampone. Scoppia la protesta delle discoteche “così non apriamo”

Italia

Capodanno col tampone. Scoppia la protesta delle discoteche “così non apriamo”

“Per noi Capodanno vuol dire il 15% della stagione, era l’ossigeno per mantenerci in vita. Questa norma è la pietra tombale”

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COSENZA – Dal 30 dicembre e fino al 31 marzo per passare una serata in discoteca o in un locale da ballo o ancora partecipare a una festa in un qualunque locale aperto al pubblico, servirà il “Mega Green Pass”, ovvero quello rilasciato dopo la terza dose. Altrimenti, chi ha completato il solo ciclo primario di vaccinazioni oltre al Super Green Pass dovrà presentare un certificato che attesti l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare. Notizia che ha portato all’immediata protesta dei gestori delle discoteche che salgono sulle barricate “a queste condizioni non si aprirà. A Capodanno, così, non possiamo aprire”. Durissimo il commento del presidente del Silb, il sindacato dei locali da ballo Emilia Romagna Gianni Indino. “Per noi Capodanno vuol dire il 15% della stagione, era l’ossigeno per mantenerci in vita. È la pietra tombale”.  I gestori dei locali chiedono al Governo, che sta licenziando il nuovo pacchetto di norme anti covid proprio in queste ore, di “fare slittare le norme dal 2 gennaio e poi vediamo di metterci tutti insieme a trovare un sistema“. Indino sottolinea – come evidenziato da più parti – che questo giro di vite sta innescando un vorticoso giro di feste semi private e del tutto abusive. È un provvedimento “miope, chiude la notte corretta, controllata e favorisce il proliferare degli abusivi”, sottolinea.

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