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Inferno di fuoco a San Lorenzo. Muoiono zia e nipote, volevano salvare il loro uliveto

Calabria

Inferno di fuoco a San Lorenzo. Muoiono zia e nipote, volevano salvare il loro uliveto

Le 2 vittime sono state investite dalle fiamme mentre tentavano di evitare che l’incendio raggiungesse un uliveto di loro proprietà

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SAN LORENZO (RC) – I roghi devastanti e drammatici che si susseguono in Calabria e che da giorni stanno devastando interi territori hanno provocato purtroppo anche due vittime. Due persone ritrovate carbonizzate poco prima delle 15 nel Parco Nazionale d’Aspromonte alle perese con un drammatico incendio che vede all’opera ben 5 Canadair. Così una donna ed il nipote, di 53 e 34 anni, sono morti a causa di un pauroso incendio a San Lorenzo, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria. Le vittime sono state travolte dalle fiamme. I cadaveri, completamente carbonizzati, erano all’interno dell’uliveto, vicino a un mezzo agricolo.

Morti zia e nipote, aperta un’inchiesta

Si tratta di Antonino Cilione di 34 anni e Margherita Cilione di 53 anni, rispettivamente nipote e zia, deceduti per le ustioni negli incendi che interessano l’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Entrambi erano residenti a Bagaladi. L’uomo, ex consigliere comunale a Bagaladi durante l’amministrazione del sindaco Federico Curatola, lascia moglie e due bambini piccoli. La zia era vedova e madre di tre figli. Secondo quello che si apprende le due vittime sono state investite dalle fiamme mentre tentavano di evitare che l’incendio raggiungesse un uliveto di loro proprietà. In particolare si sono sviluppate in un bosco e successivamente hanno investito una stalla dove si trovava un uomo, e un’abitazione vicina dove invece c’era una donna. I due cadaveri sono stati trovati in località “Gutta“, un affascinante polmone verde gravemente oltraggiato negli ultimi giorni da un numero impressionante di roghi nell’area del Parco Nazionale d’Aspromonte. Sul posto stanno operando due squadre dei vigili del fuoco e cinque Canadaiar, presenti anche la Polizia di stato, la Stazione Carabinieri di Bagaladi e l’Arma forestale del Parco d’Aspromonte. La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha avviato un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità per la morte dei due. Inchiesta che non potrà non riguardare anche le cause dell’incendio, sicuramente di origine dolosa. Anche se le speranze di individuare chi ha appiccato le fiamme, che si sono estese rapidamente, sono ben poche.

Il sindaco di Reggio chiede lo stato di emergenza

Sulla difficile situazione che si sta registrato nel reggino, si è tenuto un vertice in Prefettura dove è stato riunito il Comitato Ordine e Sicurezza convocata dal prefetto Massimo Mariani e sollecitato dal sindaco Giuseppe Falcomatà che ha ufficialmente chiesto lo stato di emergenza. “Il territorio della nostra Città Metropolitana è devastato dagli incendi. Anche ieri montagne e colline hanno continuato a bruciare. L’area grecanica è in ginocchio, centinaia di ettari di verde sono andati in fumo, alcune abitazioni sono state evacuate, alcune aziende danneggiate, le comunità sono allo stremo, i sindaci stanno lottando in prima linea rischiando anche fisicamente per contrastare l’emergenza – afferma in una nota il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.

“Esiste un pericolo reale per le persone e nonostante il super lavoro della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e delle forze dell’ordine, che ringrazio per ciò che stanno facendo, la situazione non è ancora sotto controllo. Oggi abbiamo chiesto formalmente lo stato d’emergenza per tutti i Comuni colpiti dai roghi – ha aggiunto il sindaco – c’è da risarcire chi nelle fiamme ha perso tutto. C’è da programmare interventi immediati per ripristinare la sicurezza dei luoghi, c’è da organizzare una risposta efficace per evitare che alle prime piogge le montagne, senza la protezione di alberi e piante, vengano giù in fiumi di fango. Le istituzioni nazionali e regionali si attivino immediatamente. La Regione Calabria deliberi lo stato d’emergenza, come avvenuto in Sardegna. Siamo di fronte ad un disastro ambientale di proporzioni gigantesche”.

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