Ionio
Trebisacce, arrestato il sindaco Mundo. Sospesi due dipendenti e indagate 18 persone
Le ipotesi di reato vanno da peculato, concussione, truffa a danno di Ente locale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e atti falsi destinati alle operazioni elettorali
COSENZA – È stato arrestato e posto ai domiciliari il sindaco di Trebisacce Franco Mundo, 60 anni. I finanzieri hanno eseguito altre due misure cautelari nei confronti di altrettanti dipendenti dell’Ente, A.T. 55 anni e M.C.48 anni, destinatari di misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio, rispettivamente di tre e sei mesi. Sono diciotto le persone iscritte nel registro degli indagati per le ipotesi di reato di peculato, concussione, truffa a danno di Ente locale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e formazione e/o uso di schede e atti falsi disciplinati dal Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali, destinati alle operazioni elettorali.
I militari della Guardia di Finanza hanno accertato, in occasione delle ultime elezioni regionali del 28.1.2020, illiceità nella raccolta delle sottoscrizioni necessarie per raggiungere il quorum indispensabile alla dichiarazione di presentazione della lista circoscrizionale di candidati “Io resto in Calabria”, Circoscrizione Elettorale Nord, a sostegno di Pippo Callipo Presidente della Regione Calabria. In particolare, il candidato si è adoperato al fine di reperire un maggior numero possibile di sottoscrizioni nella circoscrizione elettorale di competenza, raccogliendo illecitamente, senza la presenza del pubblico ufficiale autenticante, oltre 200 sottoscrizioni di elettori (alcuni dei quali inconsapevoli) e impiegando, solo in un secondo momento, un dipendente dell’Ufficio elettorale del Comune al fine della fittizia autenticazione. Ciò ha consentito di raggiungere il quorum necessario per la presentazione della lista.
Le attività hanno permesso di acclarare come il primo cittadino, successivamente alla competizione elettorale (nella quale è risultato il primo candidato non eletto), abbia individuato e ricercato soggetti compiacenti, tutti oggi iscritti nel registro degli indagati, al fine della sottoscrizione di dichiarazioni sostitutive di atto notorio, nelle quali i dichiaranti avrebbero attestato falsamente di aver assistito allo scrutinio delle schede, in alcune sezioni ricomprese nelle circoscrizioni dei comuni di Paola ed Amantea, rappresentandone la verificazione di irregolarità. Dichiarazioni successivamente allegate al ricorso (dichiarato poi inammissibile dal giudice amministrativo) che il sindaco di Trebisacce ha presentato al T.A.R. Calabria al fine di ottenere, illegittimamente, un provvedimento che disponesse nuovamente il conteggio dei voti e la sua proclamazione a Consigliere Regionale.
Al fine di predisporre l’istruttoria necessaria al ricorso e per ulteriori esigenze esclusivamente personali (anche quelle relative all’esercizio della sua professione di Avvocato), il sindaco – secondo quanto ricostruito dalle indagini – ha utilizzato, in molteplici occasioni, l’autovettura del Comune, distraendola dalla prevista destinazione per finalità istituzionali e impiegando illecitamente, quale autista, un dipendente dell’Ente (componente del suo staff), il quale, in assenza di permesso e senza timbrare l’uscita ed il rientro, ha indotto il Comune in errore circa la sua presenza sul luogo di lavoro, percependo indebitamente la retribuzione per ore di lavoro di fatto non effettuate.
Nel corso delle ulteriori indagini, sono emersi gravi indizi di reato nei confronti del Sindaco relativamente ad una vicenda concussiva: il primo cittadino, infatti, al fine di favorire un privato che occupava, abusivamente, una porzione demaniale del Torrente Pagliara di Trebisacce, abusando del proprio ruolo e dei poteri connessi alla carica, ha costretto il direttore dei lavori pubblici affidati dal Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Jonio Cosentino, relativi alla regimazione del Torrente e rinforzo degli argini, a deviare il tracciato dei lavori rispetto a quello previsto in progetto, minacciandolo, fra l’altro, che, se non lo avesse fatto, avrebbe bloccato con Ordinanza i lavori. Ventisei i provvedimenti di sequestro, relativi ad altrettanti lotti, da parte dei Carabinieri Forestale del Nipaaf.
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