COSENZA – Sale la tensione: traffico in tilt, senso di marcia invertito, centro citta’ paralizzato. La vertenza dei dipendenti delle ditte dei pullman e’ ormai una polveriera. Sono ormai tre giorni che i dipendenti hanno incrociato le braccia, paralizzando l’Autostazione.
La loro, ci teniamo a sottolinearlo, e’ una protesta legittima, legata soprattutto al fatto che se la situazione dovesse continuare ad essere tale, il rischio di disordini e’ alto. Ieri mattina, cosi’ come ieri pomeriggio, la zona delle Autolinee e’ stata ancora una volta presa d’assalto. Non sono mancati, come dicevamo, momenti di tensione. Alcuni autisti dei pullman, infatti, hanno, tentato di far saltare il presidio, cercando di convincere i loro colleghi a mettere fine alla protesta. L’idea ovviamente non e’ piaciuta e la sonora bocciatura della “proposta indecente” e’ stata evidenziata con bordate di fischi. Via dell’Autostazione e’ diventata nel giro di qualche ora, la zona di concentramento della protesta e dei disordini. Tanto che in via delle Medaglie d’Oro e’ stato disposto il senso unico di marcia invertito. Caos anche a piazza Fera, Corso d’Italia, via Caloprese, Non e’ facile per vigili urbani, carabinieri e agenti della squadra volante tenere a bada la situazione e al tempo stesso regolamentare il traffico. Super lavoro anche per gli agenti della Digos che, coordinati dal vicequestore aggiunto Pietro Gerace, stanno, ormai da giorni, mediando con i manifestanti per mantenere la protesta sotto la soglia di preoccupazione. Attivissime anche le sigle sindacali di categoria che, seppur non condividendo in pieno, l’evolversi della protesta stanno cercando, attraverso la strada del dialogo, di aprire un confronto con la Regione Calabria che, pero’, rimanda al mittente ogni tentativo di mediazione. Come dire, la politica dell’ascolto, non e’ certo nel Dna della compagine amministrativa del governatore Scopelliti. Come e’ successo gia’ ieri sera e proseguito pure la scorsa notte, il presidio dei manifestanti non si spostera’ di un millimentro nemmeno fra poco. Sono stati di false promesse e di inviti alla calma, vogliono risposte concrete e precise certezze economiche ed occupazionali. Il mancato pagamento di due, tre e piu’ mensilita’, cosi’ come e’ alto il rischio che ai dipendenti non venga assicurata nemmeno la tredicesima. Cresce anche lo spauracchio della cassa integrazione, limbo dell’inferno della disoccupazione. Ora si spera nell’intervento del prefetto Raffaele Cannizzaro. Potrebbe passare dall’inquilino del Palazzo del Governo la risoluzione della vicenda. Noi lo speriamo.
