Cosenza
Emergenza abitativa, occupato il Comune di Cosenza. “Il dissesto non lo pagheremo noi”
Il problema dell’emergenza abitativa interessa quaranta famiglie e rischia di allargarsi perchè i commissari per risanare il bilancio comunale hanno deciso di eliminare la voce “affitti passivi”
Una quarantina di famiglie di Cosenza rischiano lo sfratto e di trovarsi presto in mezzo ad una strada, perché non ricevono il sostegno da oltre un anno e allo stato non riescono a far fronte al pagamento degli affitti. Inoltre, secondo quanto si apprende, i commissari per risanare il bilancio comunale hanno deciso di eliminare la voce “affitti passivi” e di rescindere i contratti di affitto con privati per stabili che ospitano famiglie indigenti. Nei prossimi mesi, dunque, il problema dell’emergenza abitativa riguarderà almeno altre 150 persone.
Questa mattina, una decina di persone, appartenenti al gruppo Prendocasa, hanno occupato i salone di rappresentanza del Comune di Cosenza e chiedono di incontrare i rappresentanti della Regione Calabria.
“Abbiamo bisogno di una soluzione immediata– ha detto Tiziana una rappresentante degli attivisti – perché in questa città non possono esistere figli di serie A e serie B. Non possiamo pagare noi il dissesto, deve pagare chi ha sbagliato e ha dissipato i soldi pubblici. Aspettiamo l’assessore regionale e da lui pretendiamo una soluzione concreta”. Inoltre, in questi giorni – segnalano gli attivisti del gruppo Prendocasa – sull’albo pretorio del Comune sono state pubblicate delle assegnazioni o regolarizzazioni di alloggi.
“Tutto ciò – ha precisato Ferdinando Gentile, rappresentante del movimento Prendocasa – senza alcun criterio e in piena campagna elettorale. Siamo stanchi di questi giochi di potere. Le risorse economiche destinate al welfare in questi anni sono diminuite gradualmente e ora a causa del dissesto rischiano di scomparire definitivamente. Abbiamo avuto diverse interlocuzioni con l’amministrazione comunale, ma non è cambiato nulla. Dunque, oggi ci siamo ritrovati nuovamente qui e rimarremo fintanto che non ci prospettano una soluzione definitiva”.
Social