Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Governo pensa a nuove misure e coprifuoco anticipato. La Calabria rischia l’arancione

Calabria

Governo pensa a nuove misure e coprifuoco anticipato. La Calabria rischia l’arancione

Pubblicato

il

Fatta eccezione per la Sardegna, non c’è regione d’Italia al riparo dal dilagare del virus mentre la campagna vaccinale continua ad andare a rilento. Il monitoraggio della Fondazione Gimbe conferma un aumento del +33% di nuovi contagi in sette giorni. Domani i dati del monitoraggio con la Calabria che rischia il declassamento se, per la seconda settimana consecutiva, gli indicatori mostreranno un peggioramento

 

COSENZA – Con il virus che continua a correre e le varianti del Covid sempre più diffuse in tutto il paese, l’Italia si avvia verso nuove restrizioni: già venerdì, con i dati del nuovo monitoraggio, la maggior parte delle Regioni sarà in zona arancione o rossa. Più della metà degli italiani dovranno dunque fare nuovamente i conti con negozi chiusi, spostamenti limitati all’interno del proprio comune o vietati, milioni di bambini e studenti dall’asilo alle superiori in didattica a distanza. Intanto, per la seconda settimana consecutiva, si registra un incremento dei nuovi casi di Covid 19, “che negli ultimi 7 giorni supera il 33%, segnando l’inizio della terza ondata“. E’ quanto emerge dal nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe relativo alla settimana dal 24 febbraio al 2 marzo, durante la quale, rispetto alla settimana precedente, sottolinea il presidente Nino Cartabellotta, “sono aumentati in 16 Regioni e nella Provincia Autonoma di Trento i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti e in tutto il Paese sale l’incremento percentuale dei nuovi casi ad eccezione di Bolzano, Umbria e Molise, che erano già sottoposte a severe misure restrittive”. Nel dettaglio emerge un netto incremento dei nuovi casi (123.272 rispetto a 92.571, pari al +33,2%) e un modesto calo dei decessi (1.940 rispetto a 2.177, pari a -10,9%). In forte rialzo i casi attualmente positivi (430.996 rispetto a 387.948, pari a +11%), le persone in isolamento domiciliare (409.099 rispetto a 367.507, +11%), i ricoveri con sintomi (19.570 rispetto a 18.295, +7%) e le terapie intensive (2.327 rispetto a 2.146, pari a +8,4%). In particolare, nella settimana 24 febbraio-2 marzo, in 94 Province su 107 (87,6%) si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con valori che superano il 20% in ben 65 Province. “Con la situazione epidemiologica in rapida evoluzione – commenta Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione – la diffusione attuale è sicuramente maggiore ed è pertanto fondamentale essere realmente tempestivi nell’istituzione delle zone rosse a livello comunale e provinciale”. “A fronte della vertiginosa accelerazione – conclude la Fondazione – si continua a temporeggiare con l’istituzione di zone rosse locali”.

Serve una scossa alla campagna di vaccinazione

Chiusure e interventi che, da soli, non bastano però a fermare la curva del virus. Servono i vaccini e serve che la campagna di massa possa decollare. E sia la riunione al Mise in cui sono state gettate le basi per la produzione del siero in Italia entro 4-8 mesi, sia l’incontro in programma venerdì tra il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e le regioni, al quale parteciperanno il nuovo commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, vanno in questa direzione. “L’auspicio di tutti – ha sottolineato Bonaccini – è una svolta nelle forniture”. Che però dipende dall’Ue e da quanto Bruxelles riuscirà a fare pressione sulle case farmaceutiche. E va letta in quest’ottica la conversazione tra il premier Mario Draghi e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen con al centro proprio la necessità di un’accelerazione per quanto riguarda i vaccini. A Figliuolo e Curcio spetta invece far funzionare la macchina delle somministrazioni seguendo quello che è stato l’input dato dal premier Mario Draghi: centralizzare e uniformare la campagna vaccinale. La riunione di venerdì sarà dunque un primo confronto per individuare come uniformare i vari sistemi individuati dalle regioni ma anche per mettere sul tavolo possibili soluzioni: dall’utilizzo dei drive in della Difesa a quello dei 300mila volontari della protezione civile fino al coinvolgimento delle farmacie nelle somministrazioni. Alle Regioni verrà inoltre ribadita la necessità di accelerare le iniezioni con Astrazeneca – del milione e mezzo di dosi consegnate ne sono state somministrate 442mila – anche in vista del probabile via libera al modello inglese per questo farmaco, dunque niente più scorte visto che il richiamo è previsto 12 settimane dopo la prima iniezione. Ieri il ministero della Salute, nella circolare ‘Vaccinazione dei soggetti che hanno avuto un’infezione da SARS-CoV-2’, firmata dal direttore della Prevenzione Gianni Rezza ha confermato che sarà “possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino” anti-Covid-19 nei soggetti con “pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica). Una sola dose a chi ha già contratto il covid dai tre messi successivi all’infezione ed entro i 6 mesi. Questo permetterà di destinare oltre 1 milione di dosi.

Domani i nuovi colori. Rischia anche la Calabria

Alla vigilia nuovo report settimanale della cabina di Regia al ministero della Salute, sono diverse le regioni che rischiano un declassamento. Tutta la Lombardia passa in zona “arancione rafforzato” a partire da mezzanotte e fino a domenica 14 marzo. Lo ha disposto un’ordinanza firmata dal governatore Fontana. Rischi la zona rossa anche l’Emilia Romagna (Molise e Basilicata lo sono già) mentre in 4 potrebbero passare da zona gialla a zona arancione. Tra queste anche la Calabria che potrebbe perdere la zona gialla se per la seconda settimana consecutiva gli indicatori mostreranno un peggioramento, cosa peraltro accaduto la venerdì scorso con l’indice RT salito a 1.02 e rischio da masso a moderato. Anche la situazione relativa ai ricoveri, seppur entro la soglia, mostra allerte con un incremento dei posti letto occupati. Le altre regioni che potrebbero finire in arancione sono Lazio, Veneto e Puglia, mentre sono già in arancione Abruzzo, Provincia di Bolzano, Campania, Emilia- Romagna, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia di Trento e Umbria.

Le nuove misure per arginare il virus

Intanto il Governo potrebbe stringere ulteriormente le maglie del Dpcm approvato solo due giorni fa. Una delle ipotesi che si valuta in queste ore è quella di anticipare l’orario del coprifuoco, oggi fissato alle 22 e limitare ulteriormente gli spostamenti. “Le misure da zona arancione, a differenza di una volta, non bastano più”, ha detto il presidente Bonaccini. “Verifichiamo di continuo la congruità delle misure, ma non possiamo fare un Dpcm al giorno”  ha spiegato ancora Speranza a chi gli chiedeva delle nuove restrizioni.

 

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA