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Neonato morto all’Annunziata: è scontro tra periti

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Neonato morto all’Annunziata: è scontro tra periti

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COSENZA – Il sorriso spezzato. Nell’elenco dei casi di malasanità, figura anche la morte di John Joseph, un neonato di nazionalità filippina, morto all’Ospedale civile dell’Annunziata, appena 24 ore dopo essere venuto alla luce. Il fatto in questione che ha spento il sorriso del piccolo dagli occhi a

mandorla e dei suoi genitori, felici per quel “miracolo” di vita ricevuto, avvenne nel luglio dello scorso anno. Secondo la procura della Repubblica, attraverso i medici legali nominati dal capo dei pm Dario Granieri, il neonato morì per via di una sindrome da aspirazione di mecomio, un liqui- do amniotico che gli occluse i bronchi, provocandogli una crisi respiratoria rivelatasi poi fatale. Per quel decesso sono finite sotto inchiesta due ginecologhe e un neonatologo. L’accusa nei loro confronti è di omicidio colposo, legato al fatto di non essersi accorti dell’imminente rischio di vita che correva il neonato. Ma secondo l’avvocato Nicola Carratelli e i consulenti peritali che sostengono le prove d’innocenza delle due ginecologhe e e il legale Fabio Bonfiglio che difende il neonatologo, quell’ipotesi accusatoia, cristallizzata dalla Procura, non si regge in piedi. Proprio nel tentativo di dimostrare l’assoluta estranetà dei loro assistiti dall’accusa di omicidio colposo, hanno chiesto all’ufficio del gip, una terza perizia. Secondo i due penalisti del foro di Cosenza, non è possibvile dimostrare che il piccolo Jonh Joseph è deceduto per aver inalato quel liquido. La convinzione dei due legali, così come quella dei periti di parte dei medici finiti sotto inchiesta, è che non è possibile stabilire quanto e in che modo il piccolo abbia potuto ingerire quel liquido che ne avrebbe causato la morte. Il gip, accolgiendo la richiesta dei due legali, ha disposto il rinvio dell’udienza il prossimo 16 gennaio con l’assegnazione dell’incarico al nuovo perito.

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