Calabria
VIDEO – Tombe profanate, cadaveri estumulati e bruciati. “Immagini raccapriccianti”
Il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo ai cittadini “abbiamo motivo di pensare che l’attività criminosa andasse avanti da anni con condotte raccapriccianti. In alcuni casi cadaveri estumulati non ancora decomposti”. Poi l’appello ai cittadini “verificate i resti dei vostri cari, soprattutto quelli tumulati molti anni fa”
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TROPEA (VV) – “I reati sono stati portati a compimento con condotte raccapricciante e con offesa alla pietà dei defunti”. Così il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo ha commentato l’inchiesta che stamani ha portato all’arresto di tre persone accusate di avere svuotato in maniera illecita vari loculi del cimitero di Tropea per fare posto ad altri defunti. In manette sono finiti il dipendente comunale Francesco Trecate di 62 anni, il figlio di quest’ultimo Salvatore Trecate di 38 anni, entrambi già noti alle Forze dell’ordine per diversi precedenti di polizia, e Roberto Contartese, 53 anni, incensurato. Francesco Trecate è lo zio dell’assessore comunale agli affari generali Greta Trecate e nel settembre 2020, gli fu assegnato una benemerenza istituita dal Comune come riconoscimento a chi per professione, lavoro, studio e passione ha contribuito e contribuisce al bene collettivo ed al miglioramento della cittadina. L’inchiesta, condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria del Comando provinciale di Vibo Valentia con il coordinamento del procuratore Camillo Falvo e del pm Concettina Iannazzo, è nata sulla scorta di un’altra indagine già avviata, ed ha portato a scoprire un sistema illecito di estumulazione dei cadaveri, soprattutto di persone che non avevano parenti in zona. Condotte il cui inizio gli investigatori fanno risalire al luglio del 2019.
E nell’inchiesta è venuto fuori di tutto: loculi svuotati, resti dei cadaveri fatti a pezzi e poi gettati in sacchi per finire, probabilmente, nei cassonetti dei rifiuti oppure dati alle fiamme insieme alle bari e a quello che c’era dentro. Persone che senza alcuna autorizzazione ed in totale spregio di qualsiasi disposizione contenuta nel regolamento di polizia mortuaria comunale, hanno eseguito numerose estumulazioni illegali, al fine di conseguire, con ogni probabilità, illeciti profitti e assicurando ai congiunti di persone defunte l’utilizzo di loculi per la sepoltura, resi improvvisamente disponibili, eliminando, senza averne titolo, i poveri resti mortali rimasti di altre persone già sepolte da anni, approfittando della situazione di grave carenza di posti liberi che da molto tempo esiste presso il Cimitero.
Le immagini shock dei cadaveri bruciati
Le immagini video realizzate dagli investigatori, catturate grazie all’installazione di un impianto di videosorveglianza, autorizzato dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, hanno consentito di documentare come i tre soggetti, in un’area interna e riparata del cimitero, senza il minimo scrupolo, hanno proceduto, in molte occasioni, ad estrarre i cadaveri di persone decedute da molti anni, a volte non ancora decomposti, distruggendoli e smaltendo illecitamente i resti mediante incenerimento sul posto o gettandoli nei contenitori riservati alla raccolta dei rifiuti urbani.
Macabra attività che probabilmente durava da anni
“Pensiamo – ha aggiunto il magistrato – che i cadaveri estumulati venissero distrutti e smaltiti, non sappiamo ancora bene in che modo. I resti delle casse e gli indumenti, invece, incendiati sul posto. L’inchiesta è nata da un’altra indagine che stavamo conducendo con la Guardia di finanza. Abbiamo deciso quindi di sistemare una telecamera che ci ha consentito di accertare almeno una decina di condotte di questo tipo ma abbiamo motivo di ritenere che l’attività durasse da anni. Questa è solo la punta dell’iceberg. Rivolgo un invito a tutti i cittadini di Tropea a verificare la permanenza delle tombe dei propri cari, soprattutto quelle tumulati tanti anni fa. Tra l’altro, questa storia sembra il segreto di Pulcinella perché a quanto pare le condotte duravano da tempo e sembra fossero risapute nell’ambiente, ma nessuno le aveva mai denunciate.
Si ipotizza il coinvolgimento di altre persone
Qualche denuncia c’è stata nell’ultimo periodo ma visto che eravamo in uno stato avanzata d’indagine, ed è stata fatta in maniera scomposta e resa pubblica, ci aveva anche un po’ complicato la vita in quanto aveva facilitato la conoscenza da parte degli indagati dell’esistenza di una attività d’indagine. Per questo avevano posto in essere delle attività cercando di nascondere quello che stavano facendo, anche se fino ad un certo punto perché poi hanno continuato fino a venerdì scorso nella macabra attività”. Falvo ha poi reso noto che il gip ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare per violazione di sepolcro, distruzione di cadavere e incendio di rifiuti e non per il reato di associazione per delinquere. “Riteniamo comunque – ha aggiunto – di poterla dimostrare e di poter dimostrare anche il possibile coinvolgimento di altre persone con gli accertamenti successivi sia di natura documentale che con le dichiarazioni di persone a conoscenza dei fatti”.
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