Provincia
Spacciavano davanti scuola, individuati 3 ragazzini di San Giovanni in Fiore
Il costo per ogni singola dose variava tra i 5 e 10 euro che dovevano essere consegnati al momento della cessione dello stupefacente. La compravendita avveniva tramite messaggi sul cellulare
SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – I carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza dispositiva di 3 misure cautelari, di cui una di collocamento in comunità e due misure della permanenza in casa, con l’autorizzazione ad allontanarsi per il tempo strettamente necessario alla frequenza scolastica negli istituti dove sono iscritti ai quali dovranno recarsi e ritornare accompagnati da un familiare o persona delegata.
I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale per i minorenni di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica, scaturiscono da un’attività investigativa avviata a febbraio 2020, quando i carabinieri hanno sorpreso un minore, oggi maggiorenne, non destinatario di misura, in possesso di 78 involucri contenenti marijuana ed hashish, nonché di 205 euro, riferibile all’attività di cessione dello stupefacente. All’esito di quell’attività di Polizia Giudiziaria il giovane era stato segnalato alla Procura dei Minori di Catanzaro. Inoltre, al ragazzo venne sequestrato lo smartphone, all’interno del quale era racchiusa una fitta rete di contatti con giovani e giovanissimi che continuamente chiedevano di rifornirsi di stupefacenti. Da qui partirono una serie di controlli e appostamenti: il 2 luglio 2020, durante un controllo su strada, due degli odierni indagati sono stati sorpresi in possesso di otto involucri contenenti stupefacente del tipo marijuana e la somma contante di 850 euro suddivisa in banconote di vario taglio. Nella successiva attività di perquisizione in un immobile nella disponibilità della famiglia del minorenne, venivano poi reperiti ulteriori 350 grammi di sostanza stupefacente.
Il quadro probatorio è stato rinforzato da una serie di riscontri da parte dei militari che hanno sentito a sommarie informazioni i clienti abituali. Nel corso dell’attività sono stati individuati 37 ragazzi, di cui 12 ancora minorenni, 2 dei quali addirittura sotto i quattordici anni di età, che con carattere di abitualità erano soliti rivolgersi agli odierni arrestati per avere hashish o marijuana. Il costo per ogni singola dose variava tra i 5 e 10 euro che dovevano essere consegnati al momento della cessione dello stupefacente. Le cessioni avvenivano in posti concordati, nei pressi degli istituti scolastici, e nei luoghi di aggregazione giovanile, anche senza preventivi accordi, ma in occasione del casuale incontro tra gli acquirenti e gli indagati, di cui era noto il possesso di stupefacente destinato alla cessione. Uno degli assuntori, benché ancora minorenne, in una settimana era stato capace di acquistare stupefacente per un importo di 160 euro, utilizzando la “paghetta” settimanale dei genitori, che erano completamente ignari di come i figli spendessero i soldi.
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