Calabria
Ricorso al Tar per riaprire le scuole. Spirlì “il solito gruppo di genitori, scandalizzato”
Il presidente F.F. difende la decisione di rinviare l’apertura delle scuole mentre un gruppo di genitori ha presentato ricorso al Tar di Catanzaro e si dice scandalizzato “i soliti genitori contro un ‘ordinanza giusta che vuole tutelare la salute dei ragazzi. Abbiamo un indice Rt a 1.14 in salita che ci colloca in zona arancione verso il rosso”
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COSENZA – Un ricorso al Tar di Catanzaro è stato presentato da un gruppo di genitori ma anche da alcuni Comitati contro l’ordinanza del presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì che ha stabilito la chiusura di scuole elementari e medie fino al 15 gennaio e delle superiori al 31. Lo ha reso noto lo stesso Spirlì definendosi “scandalizzato” contro quello che definisce ” l’ennesimo ricorso – ha detto il presidente facente funzioni – che viene presentato in questa regione dai soliti genitori contro un’ordinanza che vuole tutelare la salute dei ragazzi dei loro familiari delle persone deboli che vivono nelle nostre case. Sono pronto a combattere fino all’ultimo secondo per far valere una scelta logica e di buon senso in un periodo difficile per la pandemia in Calabria i nostri paesi pieni di contagi. Questa volta non passa perchè arriveremo fino al Consiglio di Stato per difendere un’ordinanza commisurata la pericolo che siamo vivendo”.
“Ho già dato mandato ai legali di occuparsi di questa vicenda perché è un braccio di ferro assurdo del solito gruppo di genitori, più o meno nutrito rispetto all’ultima volta, che si sentono forti per una loro certa posizione. Mi auguro – ha aggiunto Spirlì – come sempre che i magistrati sappiano leggere le carte e la dicitura che c’è scritta nelle aule di giustizia: la legge è uguale per tutti. Questa non è la mia ordinanza, o una mia presa di posizione, ma è la difesa dei ragazzi nel momento in cui i dati sull’epidemia ci dicono che l’indice RT è a 1.14 in salita, quindi la Calabria sarebbe collocata in zona arancione verso il rosso“.
Questo è un giochino che sta mettendo a durissima prova la tenuta psicologica delle persone e assomiglia molto a uno spirito di rivalsa contro il presidente facente funzioni. Qui non c’è nessuna responsabilità del presidente, della giunta regionale o della politica. Qui c’è qualcuno che mira ad andare in senso contrario al senso logico e al buon senso che dice: fermiamo fino al 31 di gennaio, che è il mese in cui potrebbero esserci maggiori contagiati. In questa fase abbiamo i nostri paesini saturi: a Rosarno ci sono più di 220 contagi, a Piscopio più di 300 idem a Fabrizia. E nella quasi la totalità dei comuni calabresi la situazione non è delle migliori. Volete fare il ricorso? Fatelo, ma sappiate che vi ponete davanti a decine di migliaia di genitori che invece non vogliono la didattica in presenza con i ragazzi che riescono benissimo a seguire le lezioni con la DAD. Cosa succederà se i ragazzi dovessero contagiarsi nel tragitto casa-scuola e dovessero infettare le persone care? Questa volta non passa, andremo fino al Consiglio di Stato per difendere un’ordinanza che è misurata al pericolo che si corre. Qualcun altro, invece, dovrebbe spiegare – conclude Spirlì – il perché di questo accanimento non contro il presidente della Regione, ma contro i giovani e le loro famiglie“.
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