Calabria
Parla Vincenzo Iaquinta, da campione del Mondo a “vittima della giustizia” – VIDEO
Ha pubblicato un videomessaggio su Instagram Vincenzo Iaquinta, l’ex attaccante della Nazionale italiana di calcio e della Juventus, a cui sono stati confermati in Appello i due anni di condanna per detenzione illegale di armi nel processo Aemilia
REGGIO EMILIA – “Fino a qualche anno fa ero un campione del mondo. Oggi con mio padre Giuseppe sono vittima della giustizia italiana. Nella mia vita non avrei mai pensato di dovermi difendere da un’accusa tanto infamante…”.
Vincenzo Iaquinta, condannato a due anni per detenzione illegale di armi nel processo Aemilia ha sullo sfondo la sua immagine con la maglia dell’Udinese ed è assieme al padre Giuseppe, imprenditore edile di Cutro, con base a Reggiolo, nel Reggiano. Il padre è stato condannato invece a 13 anni e nei suoi confronti è stata confermata l’associazione mafiosa.
“Non mi arrendo alla sentenza – ha dichiarato Vincenzo – sono responsabile moralmente di difendere l’onestà di mio padre. Non mi sono mai sentito tanto solo e scoraggiato nella mia vita come in questo momento. Mi sento deluso perché per la seconda volta mio padre è stato condannato da uomini che non hanno giudicato in base alla realtà dei fatti. Una volta si può sbagliare, due inizia a diventare accanimento giudiziario. La vita di una persona non può essere distrutta senza aver commesso quello di cui viene accusato”.
“Sono un uomo stanco”
Infine l’ex calciatore promette battaglia: “Non posso esimermi ad urlare l’innocenza di mio padre. Lo devo a lui che in questo momento è impotente, incredulo, sfiancato. Lo devo alla memoria di mia madre che si è lasciata morire dal dolore. Lo devo ai miei figli. Oggi sono un uomo stanco, le mie gambe non corrono più. La mia testa corre più veloce cercando una soluzione. Non cerco pietà, un miracolo o la compiacenza di nessuno. Voglio solo giustizia, verità. Mio padre è in carcere per errore e finché non si ammetterà la verità, la mia voce non smetterà di urlare la sua innocenza. Da ora io sono Giuseppe Iaquinta, condannato da innocente”.
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