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Perché la Calabria è zona rossa: Rt a 1.84 e trend verso la criticità delle terapie intensive

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Perché la Calabria è zona rossa: Rt a 1.84 e trend verso la criticità delle terapie intensive

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Conferenza stampa al ministero della Salute dove sono stati illustrati gli indicatori che hanno portato all’ordinanza sulla chiusura di alcune Regioni. Gianni Rezza ha spiegato che l’indice di trasmissibilità Rt in Campania è più basso rispetto a quello della Lombardia o della Calabria dove il trend va verso la criticità con il rischio di superare il 50% dei posti in intensiva”.

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ROMA –  “La criticità per la Calabria nasce da un indice Rt elevato di 1.84.  Questo vuol dire che anche se in questo momento non c’è un numero di casi particolarmente elevati, Rt ci porta a pensare che c’è un aumento della trasmissione in atto e quindi ci potrebbe essere criticità nel numero dei casi nel prossimo futuro. Inoltre ci potrebbe essere occupazione delle terapie intensive superiore l 50% “. Questi in sintesi i parametri principali che hanno portato a inserire la nostra regione all’interno delle aree zone rosse con Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta. Lo ha detto il direttore Prevenzione Gianni Rezza alla conferenza stampa al ministero della Salute convocata oggi sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia per illustrare gli indicatori che hanno portato all‘ordinanza di ieri sulle Regioni divise in tre colori in base alla scala di rischio precisando che per queste ragioni la Calabria è in zona rossa. “Non c’è ora eccesso di casi ma c’è un trend che va verso la criticità, ma nel giro di 2 settimane situazione può rientrare”. L’aggiornamento sui dati di oggi in tutta Italia non va bene. Avere 34.500 casi, non è un buon segnale anche perchè la percentuale di tamponi positivi supera il 10%. Anche i decessi 445, sono molti. Circa 220 mila tamponi, 99 in terapia intensiva. Nei giorni scorsi la situazione sembrava essersi stabilizzata pur tenendo conto della variabilità quotidiana ma il dato di oggi ci dice che sembra che globalmente ancora il virus corre e frenarlo è necessario. Ci sono Regioni come l’Umbria o la Provincia autonoma di Bolzano che oggi segnano più di 700 positivi che, sulla popolazione, è un numero piuttosto ampio ed elevato” ha sottolineato Rezza.

In Campania Rt migliore della Calabria

In molti hanno criticato la scelta di inserire la Calabria nella zona rossa mettendo soprattutto a confronto il numero di casi rilevati giornalmente rispetto a regioni inserite in zone gialle con migliaia di casi giornalieri, su tutte la Campania. Su questo Rezza ha spiegato che “l’indice di trasmissibilità Rt in Campania è più basso rispetto a quello della Lombardia o della Calabria. Ciò significa che la trasmissione che era molto aumentata nelle scorse settimane si è stabilizzata, anche se il numero dei casi è alto”.

Modulazione delle zone ogni 14 giorni

Ma quali sono gli indicatori che ogni due settimane porteranno alla modulazione delle aree a rischio? Si lavora su indicatori come incidenza, Rt e occupazione posti letto: se c’è un regione con apparentemente pochi casi e ha alta occupazione terapie intensive, quella è una regione in sofferenza. “Sono dati che vanno letti nella loro interezza. Dati che fanno riferimento a incidenza, Rt e resilienza”. ha detto il direttore Prevenzione del dicastero che ha aggiunto comunque che “dopo 14 giorni ci potrà essere una descalation per le regioni, cosi come se nella prossima cabina di regia ci fossero situazioni diverse, altre regioni potrebbero diventare rosse. Inoltre il sistema non è così rigido e c’è la possibilità di fare zone rosse anche in una regione che non è rossa”.

Brusaferro “dobbiamo abbassare la curva”

“Oggi siamo in una fase di transizione in cui ci sono delle ricrescite e bisogna intervenire per riportare la curva in una fase più controllata“. ha invece dichiarato il presidente Iss Silvio Brusaferro rispondendo a una domanda alla conferenza stampa aggiungendo che “l’analisi del rischio guarda il trend che non è uno strumento che dà i voti e non è una valutazione su Regione o Province ma è uno strumento per capire dove siamo, come evolve la situazione e dove si sta andando. È un processo automatico con regole rigide molto definite. Escluderei il dolo delle regioni” a fronte del fatto che i dati non sono completi. C’è stato un grande aumento dei casi nelle ultime settimane con rapida crescita e questo mette in difficoltà il sistema. il carico di lavoro notevole può portare dei ritardi . L’analisi del rischio guarda il trend non è uno strumento che dà i voti e non è una valutazione” su Regione o Province ma è uno strumento “per capire dove siamo, come evolve la situazione e dove si sta andando. È un processo automatico con regole rigide molto definite”.

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