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Regioni suddivise in tre livelli di rischio. La Calabria? Nel peggiore, rischia il lockdown

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Regioni suddivise in tre livelli di rischio. La Calabria? Nel peggiore, rischia il lockdown

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I tre scenari prospettati da Conte sarebbero già previsti nel documento redatto da Istituto superiore di sanità e ministero della Salute. E la Calabria, come indicato dal l’ultimo report settimanale e dalla continua crescita di positivi, è stata già inserita nella fase 4 la più critica. Per questo rischia le misure più restrittive con Piemonte e Lombardia

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COSENZA – Durante l’informativa alla Camera Conte ha specificato che “nel prossimo Dpcm ci saranno tre aree di rischio. Questo significa che non ci sarà un regime indistinto sul territorio, ovvero un lockdown generalizzato” ha spiegato – ma saranno individuate tre aree corrispondenti a tre aree di rischio con misure via via più restrittive.” L’inserimento di una Regione avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute. Questi tre scenari prospettati da Conte, che “dovranno tener conto dell’indice di replicabilità del virus, dei focolai, del numero dei casi sintomatici, dei ricoveri, dei casi nelle Rsa, della percentuale di tamponi positivi, del numero di nuovi focolai e della situazione dell’occupazione dei posti letto negli ospedali”, sono già previsti nel documento dello scorso 12 ottobre redatto da Istituto superiore di sanità e ministero della Salute. In particolare, il documento ‘Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale’, dello scorso ottobre, indica 4 scenari di rischio, di cui il primo appare ad oggi superato“.

Calabria con Lombardia e Piemonte regione a rischio più elevato

Lo scenario 4, il più grave – e che secondo l’ultimo monitoraggio Iss-ministero della Salute interesserebbe già alcune Regioni tra cui la Calabria, – si caratterizza, in particolare, per una situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali maggiori di 1,5″. Questo scenario si basa su ventuno criteri, in base ai quali sarà definito un “coefficiente di rischio”. Tra questi ha spiegato il premier, ci sono “’occupazione dei posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità. Oltre questa soglia ci sono già 13 Regioni, di cui due sopra la soglia 2. Lombardia, Piemonte e Calabria, considerate dall’ultimo report settimanale dell’Iss Regioni a rischio alto con, rispettivamente, un’indice Rt a 2.01, 1.99 e 1.84.

Lo scenario 4 si suddivide a sua volta in tre fasce o aree di rischio:

  • alta/molto alta per più di tre settimane consecutive e situazione non gestibile (“rossa”);
  • alta/molto alta per meno di tre settimane consecutive (“arancione”);
  • moderata (area “verde”).

Perchè la Calabria rischia la chiusura

In uno scenario di questo tipo, sottolinea l’ISS, è improbabile che vi siano situazioni di rischio inferiore al moderato. Se la situazione di rischio alto dovesse persistere per un periodo di più di tre settimane, si rendono molto probabilmente necessarie misure di contenimento molto aggressive. Questo significa rischio più che concreto per la Calabria (il cui indice RT è salito al valore di 1.84 nell’ultimo report e sopra 1,6 nelle province di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria ) di finire nello scenario peggiore, quello che prevede misure ancora più stringenti e restrittive se non addirittura un lockdown. Ad esempio, il coprifuoco potrebbe essere anticipato alle 18 invece che alle 21, la chiusura di bar e ristoranti estesa anche a pranzo. Ci sarebbero limiti agli spostamenti da e verso le altre regioni, la possibile chiusura di tutte le scuole con estensione della didattica a distanza anche medie e la chiusura di negozi e attività commerciali non essenziali. Tutto poi dipenderà da come evolverà la curva del contagio e la permanenza in uno scenario, piuttosto che in un altro, che sarà su base settimanale.

Il governo dovrà discutere con le regioni sulle misure che scatteranno nelle diverse fasce e che saranno più rigide e restrittive nel passaggio dall’area arancione a quella rossa. Per le regioni “dell’area verde” dovrebbero invece valere le misure annunciate oggi (coprifuoco serale alle 21, centri commerciali chiusi nei weekend, riduzione al 50% della capienza dei mezzi pubblici, DAD nelle superiori ecc…). Al momento nella nostra Regione la situazione sul contagio continua a rimanere assai critica con la crescita dei ricoverati in terapia intensiva (oggi sono 19, 6 in più rispetto a ieri) ma anche quella dei nuovi positivi. Nelle ultime 24 ne sono stati individuati 254 (ieri erano 245) pur in presenza di un numero inferiore di tamponi.

Intanto è stato anticipato a domani il monitoraggio settimanale della cabina di regia del ministero della Salute sulla situazione epidemiologica in Italia. I nuovi dati saranno oggetto della riunione del Comitato tecnico scientifico che è stato convocato per domani pomeriggio alle 16.

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