Italia
Stop alla movida, coprifuoco da Nord a Sud. Conte resiste “niente lockdown totale”
Da Nord a Sud si spengono le luci della movida e scattano a macchia di leopardo misure di contenimento che vanno dal coprifuoco notturno al divieto di ‘stazionamento’ nelle vie più frequentate. Obiettivo, evitare gli assembramenti degli ultimi mesi. Da domani anche in Calabria
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COSENZA Ieri lo stop forzato ai locali del divertimento – con relativo blocco notturno della mobilità – ha debuttato dalle 23 in Lombardia, stasera parte nel Lazio e in Campania: per quest’ultima sarà probabilmente superato nelle prossime ore da un drastico provvedimento di chiusura generalizzata annunciato oggi dal governatore Vincenzo De Luca. Domani sarà la volta della Calabria che a mezzanotte attuerà il blocco notturno per due settimane fino alle 5 di mattina. Ordinanza firmata oggi dal presidente facente funzioni Spirlì che ha parlato di “misure necessarie” ma non drastiche (per ora), adottate “per tutelare la salute di tutti e superare il momento critico” e invitando tutti i cittadini a rispettarle.
De Luca chiude, Fontana si smarca e Conte resiste
Spirlì ha poi bocciato la richiesta di De Luca. Al centro dell’attenzione nazionale infatti, c”è proprio il governatore “sceriffo” della Campania che ha imposto lo stop a tutte le attività entro le 23 e coprifuoco fino alle 5 del mattino: mezz’ora di tolleranza per chi esce da bar e ristoranti, autocertificazione in tasca per coloro che dovessero muoversi per esigenze di lavoro, salute o altre urgenze, annunciando nel pomeriggio il lockdown regionale e chiedendo al Governo di estenderlo a tutta l’Italia bloccando la mobilità fra le Regioni e quella intercomunale “chiudiamo tutto per 30-40 giorni, poi si vedrà” ha detto De Luca che firmerà nel weekend l’ordinanza con cui chiuderà la Campania. Si smarca invece il presidente lombardo Fontana. Nella sua Regione oggi contagi a quota 5mila. “dobbiamo fare tutto per impedire un nuovo lockdown nazionale. L’Italia non può fermarsi’.
Nella maggioranza sono ore frenetiche. I contagi in Italia hanno superato quota 19mila (quando quasi 190mila tamponi) ma il Premiere Conte resiste ad una parte di richieste che arrivano dalle sue stesse forze di governo ma anche dagli scienziati, favorevoli alla chiusura totale “dobbiamo evitare un’altra chiusura generale” ha ribattuto Conte “siamo in mezzo alla pandemia ma la dobbiamo combattere evitando di chiudere attività produttive e lavorative. Restiamo vigili e pronti a intervenire dove necessario”
Terapie intensive sotto il 30% del totale di posti
Le terapie intensive sono “in affanno” e quelle aggiuntive per l’emergenza Covid sono già sature in 7 regioni italiane. Tutte le regioni, però, si trovano sotto il 30% di posti letto totali di terapia intensiva occupati, ovvero la soglia massima prevista dal monitoraggio del rischio sanitario, e la Valle D’Aosta registra il valore più vicino al limite (27,8%). E’ uno degli aspetti che emergono dalla 25/ma edizione dell’Instant Report dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica, campus di Roma (Altems).
ISS epidemia in peggioramento
Intanto l’ISS nel suo report settimanale ha parlato, complessivamente, di 7.625 i focolai attivi, di cui 1.286 nuovi, e per la prima volta in undici settimane è in diminuzione il numero di nuovi focolai (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 4.913 focolai attivi di cui 1.749 nuovi). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (81,7%) che al momento rappresenta un contesto di amplificazione della circolazione virale e non il reale motore dell’epidemia”. Questo mente l’epidemia è in “rapido peggioramento e compatibile complessivamente con un scenario di tipo 3 con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane: si riscontrano infatti valori di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane.
Aumentano i focolai nelle scuole
Questa settimana sono in aumento i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, anche se la trasmissione intra-scolastica appare ancora limitata (3,5% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione). È tuttavia chiaro che le attività extra e peri-scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste” ha evidenziato il monitoraggio ministero della Salute-Iss. Alla luce dell’attuale situazione epidemiologica, “è importante limitare le uscite da casa allo stretto necessario” ha detto il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, nel video che accompagna il monitoraggio settimanale. Per Rezza è anche “importante continuare a tenere comportamenti prudenti, quale il distanziamento fisico, l’uso costante delle mascherine e il lavaggio delle mani”
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