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Cosenza su Rai Storia, Mancini: “Brettii denigrati durante la puntata”

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Cosenza su Rai Storia, Mancini: “Brettii denigrati durante la puntata”

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Giacomo Mancini interviene sulla puntata di Rai Storia su Cosenza, andata in onda la settimana scorsa, che ritiene forviante dal punto di vista storico rispetto alla descrizione del popolo dei Brettii

 

COSENZA – “Anche l’atra sera su Rai Storia abbiamo ascoltato definire i Brettii come popolo schiavo, incolto e composto da malfattori. Al contrario i Brettii furono un popolo di pastori, agricoltori e mercanti decisi custodi della loro libertà e della loro autonomia che li portò a resistere con fierezza prima alle incursioni dei coloni greci e poi alla pressione di Roma, che diedero all’antica Kossa il ruolo di capitale federale, simbolo del consenso dei popoli confederati ed attribuirono ad esso il nome di Kosentia- Cosentia”. Così Giacomo Mancini, già parlamentare socialista, interviene sulla puntata di Rai Storia su Cosenza, andata in onda la settimana scorsa, che ritiene forviante dal punto di vista storico rispetto alla descrizione del popolo dei Brettii.

“I primi ad opporsi ad una certa storiografia denigratoria dei Brettii – ricorda Mancini – furono i grandi umanisti cosentini Aulo Giano Parrasio e Sertorio Quattromani che evidenziavano come Cosenza è città senza mura che si apre pacificamente al mercante forestiero, all’agricoltore e al pastore che giungono in città per commerciare i loro prodotti, ma è anche città gelosa della propria autonomia pronta a battersi per difenderla. Dispiace che la peraltro molto bella puntata di Rai Storia dedicata alla nostra città – continua Mancini – non abbia messo in evidenza questo tratto caratterizzante dei Bretti, popolo che abitava questi territori ben prima dei greci e dei romani, che si alleò con Annibale e accolse il ribelle Spartaco. Purtuttavia immagini testi e testimonianze della puntata dedicata Cosenza hanno il merito di aver fatto entrare nelle case di tanti italiani i giacimenti culturali della nostra che la nostra città possiede. Il centro storico è un tesoro a cielo aperto che deve essere valorizzato per far affermare Cosenza come punto di riferimento culturale dell’intero Mezzogiorno. E questo- prosegue Mancini- rappresenta il limite delle politiche messe in campo negli ultimi anni, e insieme fissa gli obiettivi che la città deve saper perseguire nel prossimo futuro. L’investimento in cultura da parte delle istituzioni pubbliche, ma anche degli investitori privati, insieme ad un’attenta politica di marketing e promozione territoriale che senta impegnati tutti, anche ognuno dei cittadini, regalerà alla nostra città (e a chiunque la viva e vi investa) un futuro radioso. Da figli dei Brettii – ha concluso Mancini- tocca a noi difendere le nostre origini e edificare la nostra rinascita”.

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