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Finte revisioni dei camion in cambio di “mazzette”. Sette arresti e 216 indagati

Cosenza

Finte revisioni dei camion in cambio di “mazzette”. Sette arresti e 216 indagati

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Sono 7 gli arresti e oltre 200 le persone indagate a seguito dell’inchiesta coordinata dalla Guardia di Finanza e della Polizia Stradale che ha accertato un ‘Sistema collaudato e fraudolento” alla motorizzazione di Ferrara sulle revisioni dei mezzi pesanti. Sequestrate in oltre trenta province le carte di circolazione di circa 350 automezzi, anche a Cosenza

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FERRARA – In giro per l’Italia si sapeva che alla Motorizzazione civile di Ferrara era possibile “comprare” revisioni fasulle per camion e rimorchi, con poche centinaia di euro. Anche in Calabria e in particolare a Cosenza, Crotone e Reggio Calabria. Secondo la Polizia Stradale e la Guardia di Finanza, che hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare, era un sistema attivo e collaudato da anni: veicoli che in condizioni normali non avrebbero mai superato le verifiche ottenevano invece un esito positivo dietro pagamento di ‘mazzette’, fino a 350 euro per pratica. In carcere, all’esito dell’operazione ‘Ghost Inspections’ sono finiti i funzionari Cesare Franchi e Edoardo Caselli e con loro il titolare di un’agenzia di pratiche auto della città, Alessandro Barca, che avrebbe fatto da intermediario. Ai domiciliari, invece, quattro imprenditori: due della provincia di Ferrara, uno di quella di Bologna e uno della provincia di Rovigo, attivi nel settore trasporto merci. Sono 216 le persone indagate per corruzione, falso ideologico e abuso di ufficio, a vario titolo e con diversi gradi di responsabilità. Oltre agli arresti gli investigatori, coordinati dal pm Andrea Maggioni, hanno sequestrato in oltre trenta province le carte di circolazione di circa 350 automezzi, più quelle di altri 270 ritenuti irregolari e attualmente in circolazione. Tra le province interessate dai sequestri anche Cosenza, Crotone e Reggio Calabria. Su questi andranno fatte verifiche e tutti saranno sottoposti a revisione straordinarie.

Tra i “favori” che i dipendenti della Motorizzazione facevano alle ditte di autotrasporto in cambio di denaro era anche la possibilità di anticipare o posticipare di diverse settimane la prenotazione della revisione. Il rodato meccanismo illecito scoperto era ormai noto anche alle ditte di autotrasporto fuori dall’Emilia-Romagna. Alla Motorizzazione Civile di Ferrara venivano sottoposti a revisione automezzi provenienti da tutta Italia, con la certezza che, con alcune centinaia di euro, era possibile “comprare” le verifiche anche in presenza di gravi inefficienze di tipo meccanico o elettrico (sistemi frenanti non idonei o non completamente efficienti, usura degli pneumatici oltre gli standard consentiti, malfunzionamento dell’impianto luci ecc.).

Diversi di questi veicoli, per chi ha fatto le indagini, non sono sicuri, con conseguente rischio per la pubblica incolumità. Gli accertamenti si sono avvalsi di controlli in strada, ma anche di intercettazioni telefoniche e ambientali e della visione delle immagini delle telecamere installate nella sede della Motorizzazione civile, che hanno ripreso e consegnato agli atti gli scambi delle ‘bustarelle’ tra gli indagati, nascoste tra i documenti. L’ascolto delle conversazioni ha permesso di ricostruire come i funzionari compiacenti venivano identificati come “il sole” e “mano divina”, e per questo si cercava di dirottare verso di loro ogni revisione, provando invece ad evitare altri tecnici, riconosciuti come “pignoli”. O addirittura “pericolosi”, per la buona riuscita degli affari illeciti, come nel caso di un collaudatore corretto. Il Gip Vartan Giacomelli, parlando di un “sistema collaudato, certamente in essere da lungo tempo, verosimilmente da anni”, ha accolto le richieste della Procura per diversi capi di imputazione, ma ne ha anche respinti per ulteriori dieci indagati, non ravvisando esigenze cautelari, e per altri sette, per la mancanza degli indizi di colpevolezza. Contro questa bocciatura parziale del quadro accusatorio i pm depositeranno ricorso al Riesame.

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