Italia
Scuola, scontro Governo Regioni “mascherine solo in zone a rischio”. 26 prof positivi
Questa una delle proposte fatte delle Regioni al Governo durante l’ennesimo vertice in vista della riapertura delle suole “se necessario obbligo solo se non fosse possibile il distanziamento”. E mentre le Regioni chiedono tempi certi, da oggi sono partiti i test sierologici al personale. 26 professori risultati positivi al coronavirus
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COSENZA – “Nel caso si imponesse la necessità dell’utilizzo delle mascherine anche in classe per gli studenti, laddove dunque non fosse possibile il distanziamento, si potrebbe valutare l’utilizzo dei dispositivi di protezione in maniera differenziata a seconda delle situazione e dei territori, attraverso specifici parametri di riferimento che potrebbero essere variabili a seconda degli indici di contagio e di eventuali focolai”. E’ una delle proposte dei governatori, a quanto si apprende da fonti della Conferenza delle Regioni, sull’eventuale utilizzo delle mascherine in classe. Aspetto sul quale nei prossimi giorni si pronuncerà il Comitato Tecnico Scientifico. In generale, le Regioni si dicono contrarie all’uso delle mascherine in classe laddove fosse consentito il distanziamento e che fossero utilizzate solo negli spostamenti e nei locali comuni. L’ennesimo vertice in videoconferenza con Regioni ed enti locali, convocato dal ministro degli Affari Regionali Boccia con i ministri Azzolina, Speranza e De Micheli, per provare a delineare una strada in vista delle riaperture. Hanno partecipato anche il capo della Protezione Civile Borrelli e il commissario Arcuri. Tra i nodi un protocollo unico per la gestione di eventuali casi di Covid all’interno delle scuole e quello dei trasporti.
Tempi certi e risorse per contrattualizzare docenti e personale
“Abbiamo chiesto che ci sia certezza dei tempi e un’accelerazione per sbloccare la seconda tranche di risorse per l’organico aggiuntivo. Diventa necessario averla in tempi brevi perché i dirigenti di scolastici hanno bisogno di sapere su quale rafforzamento di organico si può contare. La ministra si è dimostrata disponibile, spero che alla fine della settimana si potranno avere tutte le risorse per contrattualizzare docenti e personale non docente”. Così Cristina Grieco, referente Scuola della Conferenza delle Regioni. Anche il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini ha ribadito al Governo”alcune priorità che vanno risolte con immediatezza in vista dell’imminente riapertura delle scuole il prossimo 14 settembre. Il primo tema è quello dell’organico aggiuntivo. Servono certezze sui tempi entro cui sarà ripartita la seconda tranche (prevista nel decreto “agosto”). C’è poi – ha proseguito Bonaccini – la questione dei banchi: vanno definiti contingenti certi e la quantificazione di ciò che verrà consegnato in ogni regione. E su questo tema abbiamo riscontrato l’impegno del Commissario Arcuri Ma il tema che desta più preoccupazione è quello dei trasporti: ad oggi non ci sono soluzioni sostenibili né per il Trasporto Pubblico Locale, né per quello Scolastico. Abbiamo sollecitato l’esecutivo ad una comune assunzione di responsabilità per una decisione condivisa che consenta – rispettando il più possibile condizioni di sicurezza – la completa funzionalità dei mezzi pubblici. Abbiamo comunque riscontrato attenzione da parte del Governo e mi auguro che già nelle prossime ore possa delinearsi un percorso condiviso. Sono temi centrali per la ripresa in sicurezza delle attività scolastiche rispetto ai quali – ha aggiunto Bonaccini – chiediamo un impegno forte del Governo, stante l’attuale situazione di straordinarietà”. “Dal Governo solo dubbi e incertezze. Sindaci, presidi, insegnanti e governatori attendono invece risposte concrete e attuabili. Non è più possibile andare oltre” ha tuonato invece Fontana.
Primi casi positivi tra i docenti
A meno di una settimana dalle riaperture, l’avvio del nuovo anno scolastico sembra tutt’altro che in discesa visti i tanti nodi da sciogliere. Con l’avvio dello screening sul personale emergono i primi casi di positività tra i docenti: finora già 20 in Umbria e 6 nel Trevigiano. A Bergamo sono già oltre seimila le persone prenotate per il sierologico in vista della riapertura dei plessi scolastici. “Potremmo avere rilevazioni positive alte, fino al 50% anche in altre aree”, avverte Maddalena Gissi della Cisl Scuola. Ma nella scuola sono ancora tanti i nodi da affrontare, per una partita che si gioca sempre di più sul piano politico. Il Governo serra le fila per arginare le critiche che arrivano anche da alcuni governatori. Sul tema dei trasporti, con le linee guida del MIT, già ci sono le prime indicazioni: per salire sugli scuolabus bisognerà prima misurare la febbre a casa e a bordo sarà consentita la capienza massima solo per un tragitto che duri un massimo di 15 minuti. Nuovi provvedimenti che però dovranno essere condivisi. Per questo il lavoro dell’Esecutivo prosegue sul fronte del dialogo con i governatori, molti dei quali sul piede di guerra. “Chiederemo al governo chiarimenti – ha annunciato ieri il presidente della Liguria Toti – sui tempi dell’assegnazione del personale aggiuntivo di cui ci è stato assicurato il raddoppio, sui tempi di consegna dei banchi monoposto e delle mascherine. Ma noi diciamo no all’uso della mascherina durante la lezione. Il governo dovrà esprimersi in via definitiva e non l’ha ancora fatto”. Il confronto – che non si annunciava certo facile – sta affrontando anche i temi dei trasporti, dei test e della gestione di eventuali episodi di contagio tra gli alunni.
Il nodo dei trasporti
Sul tema spinoso del trasporto il Mit – oltre alle indicazioni sulla misurazione della febbre e sulla capienza massima consentita per un quarto d’ora – c’è il divieto di far salire sul mezzo gli studenti in caso di febbre o nel caso in cui siano stati a contatto con positivi nei quattordici giorni precedenti. Dal canto suo, il Comitato tecnico scientifico non ha derogato al metro di distanza sui mezzi pubblici, anche con l’uso della mascherina. “Con le attuali regole riusciremo dare risposta alle aspettative degli studenti e delle famiglie”, scrivono all’Esecutivo gli enti territoriali della Toscana. “Non possiamo permetterci passi falsi nel trasporto e dall’altra parte dobbiamo garantire agli enti locali la possibilità di sostenere i costi aggiuntivi”, chiarisce il vice ministro Anna Ascani. E la ministra Bonetti assicura che in caso di quarantena sarà data la possibilità ai genitori di restare a casa con i figli.
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