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la Sicilia è la regione con più carenze nella depurazione. La Calabria le fa compagnia

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la Sicilia è la regione con più carenze nella depurazione. La Calabria le fa compagnia

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A sorpresa dopo Sicilia e Calabria anche la Lombardia e poi la Campania. Sono 4 le procedure di infrazione avviate dall’Unione europea contro l’Italia per la mancanza di depuratori. Un terzo dell’Italia non è a norma

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COSENZA – La Sicilia è la regione italiana con i maggiori problemi per la depurazione delle acque. Seguono nell’ordine la Calabria, la Lombardia e la Campania. Lo ha reso noto oggi il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (M5S), in audizione alla Commissione bicamerale Ecomafie sulla gestione delle acque reflue. Costa ha spiegato che le criticità’ dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue ancora presenti sul territorio nazionale hanno determinato, a partire dal 2004, 4 procedure di infrazione avviate dall’Unione europea contro l’Italia per la mancanza di depuratori. Dei 3.144 agglomerati nei quali è diviso il territorio italiano per la gestione delle acque, 900 sono colpiti dalle procedure europee, il 30% circa. Di questi 900 agglomerati, 251 sono in Sicilia, 188 in Calabria, 130 in Lombardia e 117 in Campania. Costa ha anche reso noto alla Commissione che in Sicilia è sotto infrazione della Ue per la mancata depurazione delle acque il 73% degli agglomerati sopra i 2000 abitanti, cioè 251 su 336.

La direttiva europea stabilisce le modalità’ di raccolta, trattamento e scarico delle acque reflue generate da agglomerati urbani e da alcuni settori industriali, e “prevede che tutti gli agglomerati con carico generato a partire da 2.000 abitanti equivalenti siano provvisti di rete fognaria e di impianti depurativi, secondo specifiche modalita’ e tempi di adeguamento in funzione del carico generato e dell’area di scarico”, ad esempio se si trovi in area sensibile o meno, segnala il ministro dell’Ambiente.

Per superare queste procedure di infrazione, nel 2016 è stato istituito un commissario straordinario unico per la depurazione a livello nazionale, che ha sostituito gli 11 commissari pre-esistenti. Il 22 maggio scorso a questa carica è stato nominato Maurizio Giugni, che ha sostituito Enrico Rolle. Per gli interventi di costruzione dei depuratori, dal 2012 il governo ha stanziato oltre 3 miliardi di euro. A questi vanno sommati 300 milioni dalla legge di bilancio 2019 e 1 miliardo che entrerà nella legge di bilancio 2020.

 

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