Site icon quicosenza

Mario Rausa “ecco perché mi sono dimesso”. E fa chiarezza sul Parco Acquatico

Con una lunga lettera Mario Rausa spiega il motivo delle sue dimissioni dopo la nota vicenda del Parco Acquatico “un atto dovuto alla mia famiglia. Avrei preferito che fossi criticato per il mio operato di assessore, per il mancato impegno e per i mancati risultati. Il servizio del TG3 ha accostato la mia figura con il lavoratori del Parco non pagati. Cosa c’entro in questa storia?”

 .
RENDE – Una lunga lettera per spiegare il motivo delle sue dimissioni da assessore allo sport del comune di Rende e per fare chiarezza sulla vicenda del Parco Acquatico dopo il video mostrato in un servizio del TG3 regionale nel quale si vede il figlio dell'(ex) assessore festeggiare il compleanno nella struttura e poi, in un’altra occasione, un anniversario con la fidanzata a bordo piscina. L’ex presidente del consiglio comunale nella passata legislatura sottolinea come le sue dimissioni siano “un atto dovuto nei confronti della mia famiglia e dei miei figli. Non posso permettere che per la mia posizione amministrativa venga strumentalizzato mio figlio”. Ma evidenza anche come il servizio della testata regionale RAI lo cita più volte accostandolo al Parco Acquatico e sulle vicissitudini dei lavoratori ma senza mai avergli dato il diritto di replica.

I video nel parco “la RAI non può parlare di lockdown”

“Detto ciò – scrive Rausa – riconfermo la mia solidarietà alla giornalista Erika Crispo, ma in questa nota stampa voglio precisare alcune cose. E’ giusto iniziare a dare delle date. Date che riguardano i video pubblicati nei servizi del TG3 regione su mio figlio. Il 29 febbraio mio figlio ha festeggiato il suo compleanno all’interno di un parco acquatico che non era affatto chiuso al pubblico. Un parco aperto a manifestazioni culturali e mostre, non è un parco chiuso. Infatti in quel periodo al parco si sono tenuti tanti eventi e convegni. Il 29 febbraio l’Italia e la città di Rende non erano in lockdown! La seconda data, il secondo video: mio figlio con la fidanzata il 9 maggio festeggia l’anniversario con un brindisi a bordo piscina, dopo aver chiesto il permesso di entrare. Un brindisi durato in tutto 15 minuti di orologio. Anche in questo caso la Rai non può parlare di lockdown, in quanto terminato il 4 maggio.  Sono delle piccole e utili precisazioni per fare capire che questo tormentone deve essere almeno chiarito. Le notizie nel momento in cui si danno devono essere precise. Specie in una televisione pubblica e di servizio. La brava giornalista Rai Erika Crispo poteva sentire anche la mia versione. Nel servizio giornalistico, infatti, sono stato ripetutamente chiamato in causa, come assessore con delega al Parco Acquatico e sarebbe stato opportuno ascoltare altri dettagli che potevano completare il pezzo. Questo si chiama diritto di replica. Voglio sperare si sia trattata di una dimenticanza” evidenzia Rausa.

La vicenda del Parco Acquatico e dei lavoratori

“Sempre nel servizio del TG3 regione la mia immagine è stata ripetutamente accostata ai lavoratori non pagati dal gestore. Cosa c’entra la mia figura in questa storia? E cosa centra il video di mio figlio? Sarei più sereno se la brava giornalista mi desse queste spiegazioni. E fugherei altri vari dubbi sovvenuti per il ripetersi del servizio televisivo per vari giorni… magari bevendo insieme un buon caffè al parco acquatico in piena attività. A proposito dei lavoratori – scrive Rausa – ne approfitto per segnalare il mio impegno nel cercare la soluzione a favore di costoro che giustamente pretendevano quanto dovuto per il loro lavoro. Ed io stesso li ho incontrati 2 volte perorando la loro giusta causa. E forse sono stato l’unico. Inoltre con decine di incontri tra i componenti societari ho cercato una sintesi tra le due parti per consentire una buona e congiunta gestione. Mi sono attivato con molta energia per cercare di arrivare ad una quadra tra i soci di un consorzio tra loro diviso. Come pure io stesso ho accompagnato al parco decine di imprenditori con interessi nel fitness, nel welness e nel food, con il solo scopo di far partire tutti i servizi e permettere con tale operazione il pagamento di dipendenti e fornitori. Ed il rilancio del parco. Mi sono speso tanto, anche perché, ritengo che il parco sia un’opera che non può morire. Può essere un importante volano per l’area urbana. Può essere una opportunità di lavoro per decine di persone. Io ci credo! E quanto detto sopra, il mio impegno per la struttura, può essere confermato da tutti i soci ed anche dai dipendenti. Ed ogni volta che si creava una spaccatura tra i soci, e venivo riservato interessato dalle parti, la mia risposta era sempre la stessa: “IO TIFO PER IL PARCO”! Avrei preferito che fossi criticato per il mio operato di assessore, per il mancato impegno, per i mancati risultati. Forse sarebbe stato più giusto! Un solo rammarico per le mie dimissioni – conclude Rausa – non aver potuto portare a terminare le mie linee programmatiche, vari progetti ed opere per la città di Rende. Però ho la certezza che il sindaco e la giunta lo faranno. Infine voglio ringraziare il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali che mi hanno fatto sentire la loro vicinanza ed i cittadini di Rende, e non solo, per i tanti messaggi d’affetto e di stima che mi sono arrivati in queste ore”.

Grazie a tutti
Mario Rausa

Exit mobile version