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LA SCHEDA – Coronavirus, in Calabria denunciati 140 contagi sul lavoro. A Cosenza 56

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LA SCHEDA – Coronavirus, in Calabria denunciati 140 contagi sul lavoro. A Cosenza 56

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In tutta italia le denunce di infortunio sul lavoro da Coronavirus pervenute all’Inail sono in totale 47.022. In Calabria sono 140 con 1 decesso e in testa c’è la provincia di Cosenza con 56 denunce. Circa l’89,2% delle denunce ha riguardato il settore della sanità e dell’assistenza sociale

 

ROMA – Le denunce di infortunio sul lavoro da nuovo Coronavirus pervenute all’Inail alla data del 31 maggio sono 47.022 (QUI LA SCHEDA NAZIONALE), 3.623 in più rispetto al monitoraggio precedente del 15 maggio. I casi mortali sono 208 (+37), pari a circa il 40% del totale dei decessi sul lavoro denunciati all’Istituto nel periodo preso in esame e concentrati soprattutto nei mesi di marzo (40%) e aprile (56%). A rilevarlo è il quarto report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, che rispetto ai precedenti si arricchisce di un approfondimento a livello territoriale, con la predisposizione di 21 schede relative ai casi registrati nelle 19 regioni italiane e nelle due province autonome di Trento e Bolzano, che saranno aggiornate con cadenza mensile.

La Lombardia si conferma la regione più colpita. Più della metà delle denunce (55,8%) e quasi sei casi mortali su 10 (58,7%) ricadono nel Nord-Ovest. La Lombardia, in particolare, si conferma la regione più colpita, con il 35,5% delle denunce di contagio sul lavoro e il 45,2% dei decessi. Il 30,4% delle 16.700 infezioni denunciate nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma il primato negativo dei casi mortali, con 25 decessi, è della provincia di Bergamo.

Più vittime tra infermieri e medici. L’analisi per professione evidenzia la categoria dei tecnici della salute come quella più coinvolta da contagi, con il 41,3% delle denunce complessive, circa l’84% delle quali relative a infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari (21,5%), i medici (11,0%), gli operatori socio-assistenziali (8,3%) e il personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,8%). Circa la metà dei decessi riguarda il personale sanitario e socio-assistenziale. Le categorie più colpite sono quelle dei tecnici della salute (il 66% sono infermieri), con il 14,2% dei casi mortali codificati, e dei medici (13,2%).

Sette morti su 10 nella fascia di età 50-64 anni. Il 71,7% dei contagiati sono donne e il 28,3% uomini, ma il rapporto tra i generi si inverte nei casi mortali. I decessi degli uomini, infatti, sono pari all’82,7% del totale. L’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (57 per le donne e 59 per gli uomini) per i casi mortali. Il 71,2% dei decessi è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quella over 64 anni (18,3%). La quota dei lavoratori stranieri è pari al 15,6% del totale delle denunce e al 10,1% dei decessi.

I dati della Calabria. Tra i sanitari le principali denunce

Per quanto riguarda la Calabria in totale le denunce per contagio sul lavoro sono 140. In testa c’è la provincia di Cosenza con 56 denunce (30 sono donne e 26 uomini), seguita da quella di Catanzaro con 54 denunce, Reggio Calabria con 19, Crotone con 8 denunce e Vibo Valentia con 4. Circa il 42% delle denunce riguarda persone comprese tra i 35 i 49 anni, seguite con un 40% da persone dai 50 ai 64 anni. Ma c’è anche un 14,3% di denunce che riguardano persone dai 18 ai 34 anni.
Per ciò che riguarda la tipologia di lavoro, come accaduto un tutta Italia la maggior percentuale delle denunce ha riguardato il settore sanità e assistenza sociale ( ben l’89,2%). In particolare, il 59,8% l’assistenza sanitaria (ospedali e case di cura generici e specialistici e studi medici specialistici e poliambulatoriali con professionalità colpite maggiormente quali infermieri, operatori sociosanitari e cuochi di imprese per la ristorazione collettiva) e il 29,4% i Servizi di assistenza sociale residenziali (strutture di assistenza infermieristica residenziale in particolar modo gli operatori sociosanitari). Il settore del commercio ha registrato invece il 2,9% delle denunce interessando soprattutto le attività svolte negli ipermercati e in particolare gli addetti alle vendite ma anche tra gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione.

LA SCHEDA DELLA CALABRIA

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