Calabria
Da lunedì potremo rivedere anche gli amici? La misura allo studio del Governo
Potrebbe cadere da lunedì il vincolo che blocca le visite agli amici e consente solo quelle ai congiunti e agli affetti. Il governo sta studiano la misura mentre il ministro Boccia frena sulla mobilità interregionale che potrebbe avere il via libera solo da giugno
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COSENZA – Con l’apertura di negozi, bar e ristoranti prevista per il 18 maggio potrebbe essere eliminato il vincolo che consente gli spostamenti solo per far visita ai congiunti (oltre che per necessità, lavoro e motivi di salute). E’ una delle ipotesi su cui stanno discutendo maggioranza e governo. Sulla questione, che consentirebbe di fatto agli amici di poter andare al ristorante o al bar, non c’è ancora accordo, con alcuni ministri che spingerebbero affinché il vincolo rimanga mentre altri vorrebbero eliminare la misura nelle regioni a più basso contagio.
Sulla possibile riapertura della mobilità interregionale, invece, il ministro per gli affari regionali Boccia sembra frenare “il ministro ci ha ha detto di prenderci ancora una settimana prima di cominciare una valutazione, certamente non riaprirà il 18 maggio, forse il 25 maggio, più probabile il primo giugno”, ha sottolineato il governatore Giovanni Toti intervistato da Radio 24. “Il 18 maggio il Governo suggerirà la riapertura del commercio al dettaglio in tutto il Paese, molte Regioni compresa la Liguria annunceranno la riapertura di parrucchieri, estetisti e in parte anche della ristorazione, la Liguria auspico sia tra queste”.
Per le riaperture si valuteranno 21 indicatori
Ventuno indicatori sotto i riflettori e ‘sorvegliati speciali’ in vista delle nuova riaperture di attività commerciali annunciate per il 18 maggio. Dal numero di tamponi effettuati al grado di saturazione delle terapie intensive al valore dell’indice di contagiosità R0, i 21 indicatori sono previsti dal decreto del ministro della salute sui criteri per il monitoraggio dell’epidemia. Proprio sulla base dell’andamento della curva epidemica in relazione ai 21 ‘sorvegliati speciali’, ministero della Salute e Regioni potranno decidere se procedere a ulteriori e successivi allentamenti o, al contrario, se ritornare a misure di lockdown e zone rosse. Il ‘check’ del rischio sarà affidato ad un’apposita cabina di regia e verrà effettuato “almeno settimanalmente”: il ministero della Salute, tramite la cabina di regia che coinvolgerà Regioni e Istituto Superiore di Sanità, raccoglierà le informazioni e realizzerà una classificazione del livello di rischio rispetto ad una trasmissione “non controllata e non gestibile del virus SarsCov2 nelle Regioni”.
Tre sono i macro criteri individuati dal decreto i cui valori dovranno essere monitorati nella fase 2: capacità di monitoraggio; capacità di accertamento diagnostico e gestione dei contatti; tenuta dei servizi sanitari. Tra gli indicatori particolari da tenere sotto controllo costante ci sono il numero di casi sintomatici e la percentuale di tamponi positivi. Ed ancora: si dovrà monitorare il numero di nuovi focolai e di accessi al Pronto soccorso (Ps). Per ogni indicatore è fissato un livello di “soglia” ed uno di “allerta”. Per i tamponi, ad esempio, la soglia accettabile è il trend di diminuzione in setting ospedalieri e Ps. Inoltre, si sarà nella soglia se l’indice di contagio R0 è inferiore a 1 in tutte le Regioni, mentre scatta l’allerta se è sopra 1. Per i Ps, il valore soglia è un numero di accessi con sindromi compatibili con Covid in diminuzione o stabile in almeno l’80% dei Ps parte della rete di sorveglianza nella Regione. È allerta se il numero di accessi è in aumento nel 50% dei Ps. Accettabile, poi, se il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti Covid è inferiore al 30%, è allerta se è superiore.
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