Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Crisi economica post lockdown, per la Calabria fondamentale meno burocrazia

Calabria

Crisi economica post lockdown, per la Calabria fondamentale meno burocrazia

Pubblicato

il

L’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, e il conseguente lockdown, ha procurato una crisi economica che gli esperti definiscono “drammatica, con un aumento della povertà e delle disuguaglianze”

 

COSENZA – Secondo i dati, la pandemia provocherà perdite economiche colossali: 9000 miliardi di dollari per il 2020. Più delle economie di Germania e Giappone messe insieme. Il Pil mondiale calerà del 3%. A mettere nero su bianco le drammatiche previsioni per l’anno in corso è il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) che nel suo World Economic Outlook trimestrale traccia i contorni di una crisi senza precedenti e che in pochi mesi ha stravolto tutto. A fare la differenza, rispetto passato, è che stavolta ad essere colpito è il mondo intero.

L’Eurozona perderà il 7,5%, l’Italia presenterà il risultato peggiore della media Ue (se si esclude la Grecia che precipita del 10%): -9,1%. Ma non ne usciranno indenni neanche la Germania, che secondo il Fondo perderà il 7%, la Francia il 7,2%, la Spagna 8%, mentre gli Usa lasceranno sul terreno il 5,9% del Pil. Oltre i confini europei, sono solo tre i paesi per i quali l’Fmi prevede uno shock peggiore dell’Italia: il Libano (-12%), il Venezuela (-15%, che però segue il -35% del 2019) e Macao (-29,6%). Cina e India si salveranno dal segno meno, ma la loro crescita frenerà ben prima del previsto.

Il grande problema che l’Italia ha davanti non è quanto PIL perderà in questi mesi ma quanto riuscirà a recuperarne finita l’emergenza. Situazione ancora più complessa in Calabria, dove mancano le grandi industrie e il gap da recuperare con il resto del Paese è quadruplicato dopo il lockdown. «Precari, piccole imprese a conduzione familiare e commercianti – ha dichiarato ai microfoni di Rlb l’economista Katia Stancato – sono tutti colpiti duramente da questa crisi, e nella nostra regione, se aggiungiamo ristoratori e operatori turistici, rappresentano tutte le categorie anche perché noi non abbiamo industrie». La priorità assoluta è lo snellimento della burocrazia: il denaro previsto in termini di aiuti e sovvenzioni alle imprese, ai liberi professionisti e commercianti deve arrivare il più velocemente possibile, affinché si possa tornare a produrre a pieno regime.

«La burocrazia – ha poi aggiunto la Stancato – è il vero problema e la svolta per questa regione passa dallo snellimento degli iter burocratici. Bisogna adottare procedure più semplici in modo da consentire alle imprese di non perdere altro tempo. Sono state caricate di grandi responsabilità le banche, ma non sono state modificate le condizioni per accedere al credito. Tra l’altro si chiede alle banche di superare questa fase critica attraverso il ricorso all’indebitamento, ma questo non è un sostegno vero e proprio, c’è bisogno di ossigeno e di finanziamenti a fondo perduto».

ASCOLTA

 

Il ritorno all’agricoltura potrebbe essere una soluzione alla crisi post coronavirus. «Nel futuro – ha concluso l’economista Katia stancato – si allargherà la forbice tra chi ha un posto cosiddetto fisso, dunque più strutturato, e chi questo posto di lavoro lo cerca e fa fatica a trovarlo. Prevedo un grande ritorno all’agricoltura, alla terra, e il ricorso al settore delle innovazioni, perché l’approccio alla tecnologia è per noi fondamentale per far ripartire la nostra economia locale».

Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA