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Tirocinanti, Orsomarso: “Governo si faccia carico delle difficoltà economiche di migliaia di calabresi”

“Bisogna individuare una soluzione che possa garantire un reddito ai circa seimila tirocinanti calabresi che, a causa dell’emergenza Coronavirus, hanno subito l’interruzione dei progetti formativi”

CATANZARO – “Consentire ai tirocinanti calabresi di beneficiare dell’indennità di mobilità in deroga o estendere la possibilità di usufruire del reddito di cittadinanza”. E’ quanto afferma l’assessore regionale al Lavoro Fausto Orsomarso, che annuncia un intervento presso il ministro del Lavoro  Catalfo e la Conferenza Stato-Regioni, per individuare una soluzione che possa garantire un reddito ai circa seimila tirocinanti calabresi che, a causa dell’emergenza Coronavirus, hanno subito l’interruzione dei progetti formativi, e quindi la possibilità di essere ricevere i relativi pagamenti dall’Inps.
“Ci siamo da subito messi in moto per garantire l’immediata attivazione della Cassa integrazione per i lavoratori delle imprese danneggiate dell’emergenza sanitaria – spiega Orsomarso – ma sulla situazione dei tirocinanti non abbiamo la possibilità tecnica di intervenire. Si tratta di 4.700 ex percettori di mobilità in deroga impegnati nei tirocini di inclusione sociale, altri 600 nei tirocini presso il Miur e più di 600 presso il Mibact. Chiediamo quindi che il governo si faccia carico della difficile condizione economica che si trovano ad affrontare migliaia di famiglie calabresi, alle quali deve essere garantito il sostentamento almeno finché non sarà finita l’emergenza sanitaria e ci saranno le condizioni per far ripartire i percorsi formativi”.

GRIDANO LA LORO DISPERAZIONE LA CATEGORIA DEI TIROCINANTI

“Mentre il Governo Nazionale – si legge in una nota – continua a varare misure di contenimento per il Covid-19 e decreti salva Italia garantendo che nessuno resterà solo, senza aiuti, i Tirocinanti lanciano il loro appello: Siamo una categoria che collocata nella “Terra di mezzo”, lavora al pari dei dipendenti, ma non siamo inquadrati fiscalmente come loro, e mentre si sente che i dipendenti verranno gratificati con aumenti di stipendio, bonus babysitter, e congedi parentali, noi non veniamo neanche menzionati. Ricordiamo che siamo circa 8000 persone che abbiamo perso il lavoro, per cause non inerenti la nostra volontà, e che per le scelte, discutibili, dei Governi precedenti, non percepiamo più la mobilità in deroga; siamo stati inseriti, coattivamente, in politiche attive che di attivo hanno solo “il lavoro”, nessun reinserimento con contratto, nessuna garanzia, non malattia, ferie e contributi…lavoro nero e mal pagato”.
Questo lo sfogo dei Tirocinanti, che lanciano un appello a tutte le forze politiche Regionali e Nazionali fino al capo dello Stato. “Non siamo più in grado di affrontare la quotidianità, gli affitti, le bollette, la spesa, i bisogni primari. Qualcuno ha percepito il reddito di cittadinanza, ma decurtato e ridotto perché nello scorso anno si sono pagati 500 € al mese per l’attività di tirocinio. Molti altri non hanno usufruito dello stesso perché possessori di casa (magari ereditata), come se questa fosse sufficiente a sfamarli! Siamo alla soglia della povertà che spaventa quasi più del virus… Ci rivolgiamo a voi tutti, politici e Governanti, lanciando un appello accorato affinchè si contempli urgentemente una misura straordinaria di sostegno al reddito o un ammortizzatore sociale anche per questa categoria, che come il resto degli Italiani ha il diritto, secondo costituzione, di sentirsi tutelato come cittadino al pari degli altri.”
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