Italia
Coronavirus, sale il contagio in Italia con oltre 17mila casi. Sono 1.266 i morti, 250 più di ieri
Non si arrestano i contagi che superano quota 17mila. Cresce il numero delle vittime, 250 in un solo giorno per un totale di 1266. Il numero maggiore di casi in Lombardia, in Emilia Romagna in Veneto e Piemonte le regioni maggiormente colpite. In Calabria 37 i positivi, 5 più di ieri
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COSENZA – Continua a crescere il numero dei contagiati nel nostro Paese che ha superato oramai quota 17.000 casi, così come il numero dei morti che sono più di 1.400. Il bollettino della protezione civile, con i dati dei contagi forniti dalle regioni, è stato letto dal commissario per l’emergenza coronavirus in Italia Angelo Borrelli e vedono 181 guariti in più rispetto a ieri che porta il totale dei dimessi a 1.439. Il numero dei positivi attualmente è di 14.955 persone con un incremento rispetto a ieri di 2.116 unità in più. Il numero delle persone contagiate dall’inizio dell’epidemia è di 17.660. Del totale dei positivi 6201 si trovano in isolamento domiciliare, 8754 è ricoverato negli ospedali italiani con sintomi, 1.328 sono in terapia intensiva, ovvero il 10% del totale. Continua a salire il numero dei decessi di persone con coronavirus, sono 250 in più rispetto rispetto a ieri per un totale di 1.266 vittime.
I positivi totali regione per regione
7.732 in Lombardia (+ 836)
2.011 in Emilia Romagna (+253)
1.453 in Veneto (+156)
794 in Piemonte (+240)
698 nelle Marche (+128)
455 in Toscana (+103)
242 nel Lazio (+70)
213 in Campania (+39)
304 in Liguria (+61)
236 in Friuli Venezia Giulia (+88)
157 in Trentino (+55)
126 in Sicilia (+15)
123 in Alto Adige (+20)
121 in Puglia (+23)
83 in Abruzzo (+5)
73 in Umbria (+11)
17 in Molise (+1)
43 in Sardegna (+4)
27 in Valle d’Aosta (+1)
37 in Calabria (+5)
10 in Basilicata (+2).
Quanto alle vittime, se ne registrano: 890 in Lombardia (+146), 201 in Emilia Romagna, (+55), 42 in Veneto (+10), 46 in Piemonte (+20), 27 nelle Marche (+5), 5 in Toscana (+0), 17 in Liguria (+6), 2 in Campania (+1), 11 Lazio (+2), 10 in Friuli Venezia Giulia (+2), 5 in Puglia (+0), 2 in provincia di Bolzano (+1), 2 in Sicilia (+0), 2 in Abruzzo (+0), uno in Umbria (+1) uno in Valle d’Aosta (+0), 2 in Trentino (+1). I tamponi complessivi sono 97.488, quasi oltre 65mila dei quali in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Brusaferro “picco mortalità tra 80 e 89 anni”
Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) in conferenza stampa ha detto che “i dati sulla mortalità si vanno man mano approfondendo con le cartelle cliniche dei deceduti: i pazienti morti con il coronavirus hanno una media di oltre 80 anni, per la precisione 80,3%. Per la maggior parte sono uomini mentre le donne sono solo il 25,8%. L’età media dei deceduti è molto più alta degli altri positivi. Il picco di mortalità c’è tra 80-89 anni. La letalità, ossia il numero di morti tra gli ammalati, è più elevata tra gli over 80. La maggioranza delle vittime aveva più patologie croniche – ha aggiunto Brusaferro – solo due erano non portatrici di patologie, in base alle cartelle cliniche analizzate (ieri erano circa 70 cartelle, ndr). Le categorie più frequenti hanno 2-3 o più patologie, circa il 46-47% del totale dei morti”.
“Probabile aumento casi al Sud per i comportamenti”
“E’ verosimile aspettarci casi in questo weekend un aumento dei casi al sud in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. L’incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. Ci troviamo di fronte ad una crisi globale, nessun paese può considerarsi esente, indipendentemente dal numero di casi – ha concluso Brusaferro – e una crisi globale significa che l’unico modo per affrontarla è condividere i dati, per adattarli ai diversi contesti”. Poi un appello a donare il sangue “in questa fase è molto importante che non si interrompano le donazioni di sangue vorrei fare un appello a tutte quelle persone generose che mettono il proprio sangue al servizio di chi ne ha bisogno, non interrompete le donazioni, non ci sono ragioni per farlo”.
l’Italia è tra i Paesi che testeranno l’antivirale remdesivir
AIFA e Gilead hanno annunciato oggi che l’Italia parteciperà ai 2 studi di fase 3 promossi da Gilead Sciences per valutare l’efficacia e la sicurezza della molecola sperimentale remdesivir negli adulti ricoverati con diagnosi di COVID-19 (nuovo coronavirus). Gli studi saranno inizialmente condotti presso l’Ospedale Sacco di Milano, il Policlinico di Pavia, l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma e l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. Si stanno identificando in collaborazione con AIFA altri centri in Regioni con alta incidenza dell’infezione da coronavirus per l’inclusione negli studi. Remdesivir non è ancora approvato dalle autorità regolatorie per uso terapeutico e viene fornito per uso compassionevole – al di fuori degli studi clinici – per il trattamento in emergenza di singoli pazienti affetti da COVID-19 in gravi condizioni e senza valide alternative terapeutiche.
Chiuse tutte le sedi dell’INPS
Tutte le sedi dell’Inps, al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus, da lunedì prossimo chiudono al pubblico. I servizi saranno garantiti via web o telefonicamente. Sul sito dell’Istituto si legge che “tutti i servizi informativi” sono “resi attraverso il potenziamento dei canali telefonici e i servizi telematici”, alternativi “all’accesso fisico”. Oltre al contact center sono raggiungibili telefonicamente anche le sedi provinciali, per un collegamento più diretto con gli utenti nelle consuete fasce orarie di apertura al pubblico (8.30 – 12.30). Inoltre, resta attivo il Contact center nazionale al numero 803 164 da rete fissa e 06 164 164 da telefonia mobile. Le scelte dell’Istituto fanno seguito all’entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020, che ha esteso a tutto il territorio nazionale le disposizioni precedentemente previste solo per alcune zone del Paese.
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