Provincia
San Giorgio Albanese, celebra messa nonostante i divieti: “messaggio distorto”
La vicenda si è verificata a San Giorgio Albanese e a scrivere al Vescovo, mons. Oliverio, è la figlia del signor Giorgio venuto a mancare all’affetto della sua famiglia
SAN GIORGIO ALBANESE (CS) – “Un fatto grave avvenuto nella sua Diocesi, dove è stata deliberatamente violato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emesso in data 08/03/2020, che all’articolo 2, vieta su tutto il territorio nazionale lo svolgimento di qualsiasi rito religioso, ivi compresi quelli funebri”. A raccontare la vicenda in una lettera al Vescovo, mons. Oliverio Donato è la figlia del sig. Giorgio: “oggi, in queste circostanze drammatiche per il nostro Paese, in cui la cittadinanza è chiamata al senso di responsabilità e al rispetto del bene comune (nessuno escluso), sono qui ad esprimere il mio più profondo sgomento per quanto accaduto”.
“Domenica mattina mio padre è venuto a mancare all’affetto di tutta la sua famiglia; nonostante vivesse a Torino da numerosi anni per ragioni lavorative, la sua volontà era quella di essere seppellito presso il suo paese natio ovvero San Giorgio Albanese. Pertanto, ci siamo adoperati già nella giornata di sabato per realizzare le sue ultime volontà. Abbiamo quindi preso contatto con il parroco, il quale ci ha informati che, in ottemperanza del decreto sopracitato, non avrebbe potuto celebrare le esequie in chiesa. Inoltre ci è stata data indicazione che la salma sarebbe stata accolta direttamente presso il cimitero con la sola presenza dei familiari più stretti e residenti nel comune di San Giorgio Albanese nel rispetto del divieto di assembramento della persone. Recependo appieno, seppur con dolore, abbiamo preso atto della situazione, ma oggi veniamo a conoscenza che il pomeriggio del 9 marzo il parroco ha celebrato una Santa Messa di ricorrenza di primo anniversario per la morte di una parrocchiana”.
“Abbiamo chiesto spiegazioni del perché fosse stato celebrato questo rito, nonostante i divieti, ma il parroco ha affermato di aver avuto indicazioni direttamente dal vescovo”. Il parroco inoltre, contattato dalla signora ha cercato di giustificarsi dicendo di aver fatto osservare le regole di distanziamento: “Faccio presente che il rito commemorativo rientra tra le funzioni soppresse nel decreto, durante il quale hanno partecipato circa trenta persone”.
La figlia del signor Giorgio non scrive per avere favoritismi circa la celebrazione legata alla morte del suo papà ma per esprimere una considerazione importante, soprattutto in questo momento storico: “credo che con la celebrazione di questo rito, sia stato dato all’intera comunità religiosa del paese un messaggio distorto: ovvero che le persone residenti possono continuare a celebrare i loro riti, nonostante le norme vigenti e che il rispetto delle leggi dello Stato valga solo per qualcuno”.

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