Provincia
Coronavirus, lettera di uno studente rimasto a Bologna: “uniti anche a distanza”
“A nessuno piace nei momenti di difficoltà stare da soli, chiusi e segregati in casa, ma ognuno nel suo piccolo deve dare una mano”
COSENZA – Inizia così la lettera di un ragazzo calabrese, di Terranova da Sibari in provincia di Cosenza,Giuseppe Smiriglia, studente fuori sede a Bologna che vuole, con la sua testimonianza raccontare come si vive lontani da casa al tempo del Coronavirus.
“Rispetto chi come me ha deciso di non tornare dalle proprie famiglie (pur di fare un grosso sacrificio e credetemi che è un grosso sacrificio) e di sentire i propri cari al telefono, preoccupandosi ogni giorno per la situazione attuale, invece di stare con loro a casa. Detto questo non voglio nessun merito ma solo portare un pò di serenità e di senso civico in questo momento molto difficile per l’intera nazione, e dirvi che ci sono ancora persone (che sono la maggior parte) che sanno prendersi le loro responsabilità e guardare oltre questo schifoso virus”.
“Un mio pensiero va agli o operatori sanitari – scrive Giuseppe – alle forze dell’ordine e agli ordini competenti che ogni giorno combattono per noi. Noi siamo dei semplici cittadini e tali rimaniamo, o si scende o si sale, o si ha il virus o non lo si ha, quindi bisogna avere rispetto per chi ci ha voluto sempre bene e per chi ce ne vorrà, per chi ci è accanto e per chi ci rimarrà. Bisogna stare uniti anche a distanza, che con il tempo passa tutto, ne sono certo”.
“Di certo molti di voi diranno ‘ma chi te l’ha fatta fare ad andare a studiare al nord?’. Ma solo gente ignorante lo penserebbe, e se avessi due pedali al posto delle braccia sarei stato una bicicletta. Nessuna predica, nessuna polemica, niente di tutto ciò, ma solo un po’ di altruismo e senso civico verso chi purtroppo come la nostra amata Calabria versa in condizioni già pessime. Quando tornerò – conclude – sarò il primo ad autodenunciarmi e a rispettare tutte le regole. Perché prima o poi, passa o non passa, l’amore e la preoccupazione di una mamma e di un papà vanno oltre ogni limite. Concludo dicendo di non criticare gli altri ma lasciarli vivere nella loro inciviltà; piuttosto reagite anche voi, anche se siete meno colpiti non creando affollamenti e situazioni rischiose, perché se non si parte dalle fondamenta la casa non viene su”.

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