Provincia
“Basta veleni”, incontro di cittadini e comitati a Bisignano dopo il blitz “Arsenico”
Dalle 17:00 alla mezzanotte circa di venerdì 28 febbraio, si è tenuto a Bisignano, il Consiglio comunale avente, all’ordine del giorno, un unico punto ovvero il sequestro, da parte della Procura di Cosenza, del depuratore industriale Consuleco
BISIGNANO (CS) – Comitati civici e agricoli e associazioni ambientaliste chiedono a gran voce chiarezza e rispetto a seguito dell’operazione ribattezzata Arsenico che nei giorni scorsi ha portato alla scoperta di un sistema di scarico di veleni da parte dell’impianto gestito dalla Consuleco a Bisignano. Dopo l’assise consiliare alla quale hanno partecipato un gran numero di cittadini, associazioni e movimenti dell’intera provincia cosentina, i portavoce di agricoltori, ambientalisti e società civile sono intervenuti per ribadire la richiesta di revoca delle autorizzazioni allo scarico dell’impianto che tratta rifiuti speciali pericolosi e della bonifica dei luoghi, visti i gravi danni ambientali accertati dalla magistratura a seguito dell’operazione Arsenico scattata lo scorso 14 febbraio.
Istanze non accolte dal sindaco
Le istanze perorate anche dall’opposizione però, non sono state accolte dal sindaco Francesco Lo Giudice e dalla maggioranza che alla fine di un estenuante consiglio sono riusciti ad formulare e a far approvare questa pilatesca proposta – scrivono i comitati: “Il presidente del Consiglio, a nome del Consiglio comunale, al fine di tutelare l’ordine pubblico nonché l’incolumità pubblica ed ambientale, dà indirizzo politico al fine di verificare la sussistenza delle eventuali condizioni tecnico-giuridiche e dei presupposti di legge per richiedere agli enti competenti la revoca definitiva dell’autorizzazione integrata ambientale”. Non è stato quindi assecondato il volere dei cittadini che in massa nell’aula consiliare sollecitavano l’amministrazione comunale non solo a fare pressioni sulla Regione Calabria affinché l’AIA rilasciata all’azienda in questione venga ritirata nell’immediato, ma principalmente a fare una delibera di ritiro di tutte le convenzioni e le autorizzazioni in essere tra il comune e la Consuleco.
Ad ora gli uffici comunali si sono limitati a comunicare via Pec alla Regione Calabria il 25 febbraio (11 giorni dopo il sequestro) la comunicazione dell’avvenuto sequestro invitando l’ente a rivalutare l’iter dell’autorizzazione, mentre attualmente è funzionante solo il depuratore comunale sotto la supervisione di un curatore nominato dalla Magistratura. Il sindaco che deve tutelare e garantire la salute pubblica – scrivono i comitati – si trincera dietro una delega poco coraggiosa alla Regione Calabria.
“Chiediamo un’azione forte e immediata”
“Si tratta di un inquinamento ambientale che va avanti da anni, in barba a norme di legge e controlli, come avevano già dimostrato le indagini della Questura di Cosenza nel 2008 e quelle nel 2016. Maggioranza e sindaco non hanno dato nessun segnale di vicinanza alla popolazione in agitazione. Crediamo sia una mancanza di coraggio”.
“Abbiamo assistito per ore a giri di parole utili solo ad una comoda stagnazione. L’amministrazione comunale partendo dal grave inquinamento ambientale esistente, avrebbe dovuto deliberare lo stop, senza se e senza ma, alla concessione di scarico nel depuratore comunale e mettere in atto tutte le procedure utili al ritiro delle autorizzazioni sia comunali che regionali e allo smantellamento definitivo di questo impianto altamente inquinante”.
“I comitati, comunali ed extracomunali informano che la partecipazione in massa ai lavori del consiglio comunale e le relative richieste presentate e non soddisfatte dall’amministrazione, sono state solo un primo passo, ma che se la richiesta dello smantellamento definitivo dell’impianto non verrà realizzata, si riservano altre forme di protesta civile, prima delle quali una conferenza finalizzata allo scopo di informare la rimanente popolazione dei rischi per la salute, per l’agricoltura e per l’economia che questo grave inquinamento ambientale, provocato dall’impianto in questione, sta producendo non solo nel territorio di Bisignano, ma in tutti i comuni limitrofi e in tutti quelli attraversati dal fiume Crati”. Per questo motivo i comitati civici e agricoli in lotta e le associazioni ambientaliste hanno promosso per sabato prossimo, 7 marzo alle ore 16,00 presso la sala Curia della Biblioteca comunale un incontro pubblico al quale possono partecipare tutti i cittadini.

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