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Calcio, Gigi Simoni: «Un sogno? Allenare il Cosenza»
COSENZA – «Sogno una panchina. Quella rossoblù». E’ con queste parole che Gigi Simoni, per tanti anni “guardiano” dei pali rossoblù, si confessa a quicosenza. L’ex pipelet rossoblù, arrivato a Cosenza nell’annata calcistica ’84/’85, voluto fortissimamente da Roberto Ranzani, ora è allenatore
in seconda e preparatore dei portieri nel Fondi, squadra di seconda divisione, allenata da Nicola Provenza. A Gigi basta, scoprire che sul display compare il prefisso di Cosenza, per rispondere al telefono con uno scatto di reni, uno di quei tanti con cui ha “strozzato” in gola l’urlo della rete a quegli attaccanti che “ipnotizzava” al San Vito.
I GUANTI AL CHIODO – Simoni li appende nel 2000, conseguenza di un brutto infortunio ai legamenti. E poi? «Poi, arrivò la telefonata di Roberto Ranzani, che mi volle con lui, come preparatore dei portieri a Gialdo Tadino. Un’esperienza bellissima».
COSENZA, IL SAN VITO, IL PUBBLICO – Della città dei Bruzi l’ex portiere di quello “squadrone” silano, ha un ricordo speciale. Lombardo, Urban, Castagnini, Caneo, il povero Denis, Padovano, e così via. «Come non amare Cosenza, come non ricordare quella bolgia festante. Era il dodicesimo, il tredicesimo, uomo in campo. Ogni volta che rivedo i filmati di quegli anni, mi vengono i brividi. Gli Ultrà sono il valore aggiunto della squadra e gli ultrà del Cosenza sono sicuramente da primato».
QUEL PALO ANCORA TREMA – I sogni di promozione di quel favoloso Coisenza, si “frantumnarono” su quel palo, centrato da Lombardo contro l’Udinese. «Che stagione meravigliosa, peccato solo che non è finita come tutti ci aspettavamo».
IL COSENZA DI FIORE – «A Stefano non lo scopro certo io. E’ uno di quei personaggi che fanno bene al calcio, magari ce ne fossero tanti come lui. Ha idee vincenti, intuizioni, occhio, è un pò come il Roberto Ranzani dei miei anni, quando, dovendo fare i conti con i bilanci societari, “scopriva” quei talenti che poi a Cosenza sono esplosi. Stefano è aggregante, è un ottimo comunicatore, è uno, come suol dirsi, che ci mette la faccia. Stefano è un grande e sono convinto che con lui in “cabina di regia” il Cosenza si potrà togliere belle soddisfazioni».
DENIS – «Ogni volta che penso a lui mi sembra di impazzire. Per me era un amico, un fratello, con lui ho condiviso quattro anni meravigliosi, dentro e fuori dal campo. Non ho mai creduto al suo suicidio, impossibile anche solo pensarlo. Troppo bravo, troppo intelligente, troppo vero per togliersi la vita. Denis è stato ammazzato e spero che la verità venga fuori»
IL SOGNO – La chiacchierata si chiude con la premessa iniziale. «Sogni il San Vito, come allenatore del Cosenza. Ovviamente». Auguri vecchio Lupo e grazie.
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