Avrebbero orchestrato delle truffe assicurative incassando rimborsi. Quattro persone, tra cui un medico e un paramedico dell’ospedale di Reggio Calabria, sono stati arrestati e posti ai domiciliari dalla Guardia di finanza
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REGGIO CALABRIA – I finanzieri di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria su proposta della locale Procura della Repubblica, coordinata dal Procuratore Giovanni Bombardieri – nei confronti di 4 soggetti: B.V 54 anni di Reggio Calabria, C.F. 49 anni di Montebello Ionico, F.B. 53 anni di Reggio Calabria e G.N. cl’ 60 anni di Motta San Giovanni, accusati a vario titolo e in concorso tra loro dei reati di falsità in atti pubblici, accesso abusivo a sistemi informatici, violenza privata, costrizione alla commissione di reati, fraudolento danneggiamento di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.
Tra i 4 arrestati anche un medico e un paramedico
Tra i soggetti destinatari della misura cautelare, dei quali uno già noto agli inquirenti poiché coinvolto nell’ambito dell’operazione “Game Over” nell’agosto 2017), figurano un dirigente medico e un addetto paramedico entrambi dipendenti del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino- Morelli”. L’esecuzione delle odierne misure cautelari personali e reali eseguite rappresentano l’epilogo di articolate e complesse investigazioni. In particolare, durante l’esecuzione di precedenti investigazioni e attività di perquisizione, i finanzieri reggini rinvenivano un estratto conto di una carta Postepay Evolution nella disponibilità di un soggetto, il quale, nell’immediatezza dei fatti, tentava invano di distruggere il documento rinvenuto dai militari, insospettendo così gli stessi, che quindi decidevano di effettuare approfondimenti d’indagine ben mirati. A comprova dei preliminari sospetti degli inquirenti la successiva attività investigativa, condotta attraverso numerosi sopralluoghi e/o appostamenti presso i luoghi potenzialmente interessati dalla vicenda, l’escussione a sommarie informazioni di numerosi soggetti, l’analisi della copiosa documentazione sanitaria e assicurativa nonché gli accertamenti bancari, che ha consentito di smascherare, tramite l’incrocio di vari elementi indiziari, un consolidato sistema criminoso fraudolento, consentendo così di individuare i soggetti coinvolti, riscontrare la presenza di ulteriori elementi indizianti a carico di operatori sanitari ed individuare i ruoli attribuiti a ciascun attore dell’attività delittuosa.
Certificazioni mediche contraffatte
Si accertava, così, come il soggetto in questione fosse stato indotto da due degli indagati a fornire propri documenti per l’accensione di una polizza assicurativa contro gli infortuni a suo nome. Nel corso delle indagini eseguite dai finanzieri è stata accertata la produzione di una serie di documenti e certificazioni sanitarie false, utili per l’apertura del sinistro, con conseguente incardinamento di un iter che si concludeva con l’erogazione di oltre 54mila euro. La somma di denaro, però, pur essendo destinata al soggetto indotto ad agire, finiva nelle tasche degli artefici della truffa assicurativa. Ulteriori approfondimenti investigativi consentivano di risalire anche ai medici e ai paramedici coinvolti, tutti impiegati presso il Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria: a carico degli stessi (F.B. classe 66 e G.N. classe 59), in particolare, gli uomini delle fiamme gialle hanno accertato la redazione di un falso verbale di accettazione di pronto soccorso, il rilascio di false certificazioni mediche relative a presunte visite di controllo, la predisposizione di una falsa perizia medico-legale, l’effettuazione di un accesso abusivo al sistema informatico dell’ospedale adibito alla gestione delle immagini radiologiche, in vista dell’inserimento a sistema di un falso referto, commesso mediante l’utilizzo delle credenziali di un ignaro collega della struttura sanitaria.
Durante le investigazioni, inoltre, a seguito di una denuncia/querela proposta da un cittadino ignaro, citato dinanzi al Giudice di Pace da uno degli indagati per una richiesta di risarcimento danni non patrimoniali per un presunto incidente stradale, l’autorità giudiziaria ha richiesto lo svolgimento di altri accertamenti, a seguito dei quali sono emersi profili di responsabilità penali nei confronti di ulteriori 4 soggetti (compresi 2 vigili urbani in servizio presso il Comando di Polizia Locale di Reggio Calabria), oltre che del medesimo dirigente sanitario e del dipendente paramedico già emersi nel corso dell’indagine. Questa “seconda” truffa, in vista del successivo giudizio civile teso al risarcimento anche del presunto danno non patrimoniale, in particolare, aveva consentito agli indagati di riscuotere un primo rimborso assicurativo per falsi danni patrimoniali all’automezzo pari a 4.700 €. Analizzato l’intero scenario delineatosi nel corso dell’attività investigativa, la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha richiesto al G.I.P. l’applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, nonché quella reale connessa al profitto di reato pari a € 54.250 da operarsi su rapporti finanziari degli indagati, ovvero mediante trattenuta del quinto dei trattamenti retributivi, pensionistici e assistenziali degli stessi, sino alla concorrenza del profitto stesso.
