Cosenza
Mario, Paolo, Alessandro, Federico e Salvatore. In migliaia alla fiaccolata degli angeli
Migliaia di candele accese ed un corteo triste, composto e silenzioso nel ricordo di Mario, Paolo, Alessandro, Federico e Salvatore. Il vescovo ai giovani: “ascoltate i genitori, loro vi vogliono veramente bene perchè sono coloro che vi hanno dato la vita”.
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COSENZA – Un momento di raccolta, di silenzio e di preghiera ma anche di sostegno alle famiglie. La “Fiaccolata degli Angeli“, promossa dall’associazione Life, ha ricordato questa sera 5 giovanissimi ragazzi cosentini strappati alla vita poco più che maggiorenni e nel pieno della loro gioventù. Alessandro Algieri, Mario Chiappetta, Federico Lentini e Paolo Iantorno morti nel terribile incidente di Rende e Salvatore Figliuzzi, il diciottenne scomparso nella serata di martedì per un improvviso malore durante una partita di calcetto. Almeno un migliaio di persone, tra conoscenti, amici e semplici cittadini hanno partecipato alla fiaccolata che ha “illuminato” il ricordo dei 5 ragazzi. Tra loro anche il Sindaco di Cosenza Mario Occhiuto; a seguire decine di associazioni di volontariato, soccorritori e soprattutto tantissimi ragazzi.
Da piazza Loreto, dove sono state accese e consegnate centinaia e centinaia di candele, il corteo silenzioso e composto si è mosso attraversando le vie di Cosenza fino ad arrivare alla Chiesa del Cristo Re di via Popilia dove Monsignor Nolè ha celebrato una Santa Messa.
Mons. Nolè: “Nessuna lacrima va perduta davanti a Dio”
Il vescovo ha voluto affidare ai fedeli presenti una preghiera di don Antonino Bello, adattata per la circostanza: “Santa Maria donna del silenzio, riportaci alla sorgenti della pace e liberaci dall’assedio delle parole nostre e degli altri. Confermaci che solo nel silenzio maturano le grandi cose della vita: l’amore, il sacrificio, la morte. Liberaci dagli appagamenti facili, dai rapporti comodi, apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli per lenire il loro dolore donaci occhi gonfi di tenerezza, di misericordia e di speranza”.
“Non servono tante parole – prosegue mons. Nolè – quello che noi vorremmo dire questa sera è che serve la fede e l’affetto, la vostra speranza e vicinanza. Dopo i giorni dell’angoscia e della disperazione nell’apprendere notizie così terribili, questa sera è il momento di riflettere, di farci avvolgere dalla parola di Dio”. Poi il vescovo cita il Salmo 10, rivolgendosi alle mamme e ai papà e alle famiglie: “Quando sono scosse le fondamenta, un giusto cosa può fare? Quando c’è una notizia così grave, terribile cosa possiamo fare?”.
“Questi giovani appena affacciatisi alla vita ora sono nella luce di Dio; rimangono le famiglie nell’angoscia ma il ricordo non deve essere solo questa sera, ma deve essere costante. Ogni vita è preziosa agli occhi del Signore, soprattutto le vite strappate in maniera violenta. Nessuna lacrima va perduta davanti a Dio. Le lacrime spesso sono anche espressione di gioia, ma molte volte sono espressione di una sofferenza profonda che si esprime in questo modo”.
“Mai dire ad una mamma non piangere – prosegue mons. Nolè – perchè è naturale. La fede aiuta a superare ogni momento terribile e diventa un insegnamento e una testimonianza”. Poi cita Sant’Agostino: “Signore non ti chiedo perchè mi hai tolto a mia mamma, ma ti ringrazio per il tempo che mi hai dato. Diciotto anni non sono molti – prosegue – ma sono sufficienti per una mamma, un papà, gli amici, e vedo molti giovani presenti, per valutarne la bellezza, la gioia di vivere, saper creare relazioni, amicizie. E’ quello ciò che ci deve rimanere nel cuore”.
Il vescovo Nolè si rivolte ai giovani: “a loro vorrei dire usando le parole del Vangelo: vegliate perchè non sapete nè il giorno nè l’ora quando il padrone di casa tornerà. Fate in modo che giungendo all’improvviso non vi trovi addormentati. Per noi ‘anziani’ è più facile pensare che la morte è vicina, per i giovani no. Ecco perchè è importante dirigere la propria vita sotto lo sguardo di chi ci vuol bene, a cominciare da Dio e poi dai genitori: ascoltate i vostri genitori, sono coloro che vi vogliono veramente bene perchè vi hanno dato la vita”.
Foto Marco Belmonte
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