Cosenza
Sanità, Opi Cosenza: «infermieri mortificati, pronti a proteste eclatanti»
«Dignità, qualità all’assistenza delle cure ed assunzioni. Siamo mortificati come categoria. Quando si parla di 429 assunzioni occorre precisare che è già personale che lavora, non è assolutamente un innesto di forze nuove».
COSENZA – Fausto Sposato, presidente dell’Opi Cosenza scende in campo per difendere l’intera categoria degli infermieri, annunciando proteste eclatanti: «Ci saremmo aspettati numeri più elevati per garantire i Lea. Gli infermieri – spiega Sposato – sono il perno su cui ruota tutto il sistema sanitario. 66 autorizzati in tutta la Calabria sono una goccia nel mare. Ne mancano più di 4000».
Da qui l’appello: «Assumete più dirigenti delle professioni sanitarie, più tecnici, più operatori di supporto, più infermieri. Siamo stanchi, non staremo fermi. Usciremo e protesteremo in tutta la regione perché così non va bene”, lo sfogo pubblico del presidente, che fa parte anche dell’Ordine nazionale. “Siamo a favore delle stabilizzazioni dei precari”, aggiunge. “Sono stati formati e poi, in un colpo solo, mandati a casa dalla sera alla mattina. Stiamo dalla parte degli infermieri, di tutti. Sia con i precari, sia con quelli in graduatoria. Tutti diventano indispensabili per una buona sanità. Lo diciamo da tempo: ciò che manca è una svolta organizzativa sanitaria. Chiara, senza distinzioni».
Il presidente cita due esempi su tutti: «Siamo mortificati oltre che per i numeri esigui anche per le destinazioni. All’Asp di Cosenza non ci sono infermieri ed all’Azienda ospedaliera bruzia mancano le nostre figure professionali. Solo su una scelta esprimiamo soddisfazione, cioè a dire il concorso bandito per 10 infermieri pediatrici. Una buona notizia che è assolutamente un successo dell’Opi che ha spinto in tale direzione. Per il resto siamo indignati e diciamo realmente basta allo status quo della sanità che, se non modificato, rischia di far saltare tutto il sistema che è al collasso».
Sposato insiste, citando il decreto ministeriale 70 che parla di intensità delle cure: «Ci saremmo aspettati una svolta epocale: o gli infermieri esistono e fanno tutt’altra cosa o molto probabilmente qualcuno non tiene conto di quello che è l’aspetto assistenziale. Per attuarlo serve personale infermieristico. Nulla in contrario – la chiosa finale – con tutte le altre professioni sanitarie ma, oggettivamente, i numeri parlano chiaro. Ci auguriamo che la struttura commissariale riprenda questo discorso ed il nostro appello, per dare dignità agli idonei, ai precari ed ai cittadini/pazienti calabresi che lo meritano, visto che pagano le aliquote più alte in Italia».
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