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La felpa “Cosenza” e il rosario: «il vostro futuro oggi, dipende da come si sveglia Oliverio»

Il teatro Morelli di Cosenza è pieno, e quelli rimasti fuori sperano di poter entrare e sono ancora tanti. Salvini arriva, la platea lo acclama, gli stringe le mani e alla fine si mette in coda per un selfie insieme a lui. Tra una felpa con la scritta ‘Cosenza’ e un rosario in dono, il leader della Lega non risparmia l’affondo al nuovo Governo e alla politica calabrese e poi si rivolge ai cosentini “vi chiedo di far vedere al mondo che qua c’è un popolo fiero, onesto e libero”.

 

COSENZA – “Ho studiato i dati della Calabria e si può solo migliorare”; parte con una battuta Salvini, che serve ad evidenziare tutte le problematiche che affliggono la regione: la sanità, la criminalità, la carenza di infrastrutture, la politica fallimentare; e c’è molto spazio anche per gli attacchi al nuovo ‘governo delle poltrone‘ che definisce un governo di “abusivi, traditori, incapaci, ignoranti e incompetenti”. Rivolge poi un ‘pensiero’ a chi fuori, era intento a manifestare: “a loro abbiamo regalato mezza giornata di svago mentre qui – riferendosi al numeroso pubblico del Morelli – c’è gente che ha preso qualche ora di permesso dal lavoro o ha chiuso il negozio; quelli che sono fuori, evidentemente non fanno una mazza dalla mattina alla sera”. Un pomeriggio cosentino caratterizzato da due manifestazioni, pro e contro Salvini: fuori i contestatori, decine di manifestanti. In sala, al teatro Morelli di Cosenza, ogni posto è occupato in attesa che arrivi lui, il “capitano”.

Foto Guido Guglielmelli

A gestire la calda situazione all’esterno con decine di dissidenti le forze dell’ordine: “tanti uomini in divisa che invece di seguire criminali e spacciatori oggi, devono tenere a bada loro. Sogno un Paese in cui chi non la pensa come me e come voi, faccia tutto nel rispetto. Mi hanno detto che perfino all’università hanno messo cartelloni contro la Lega e contro Salvini, nel tempio della cultura e del confronto delle idee”.

Un discorso durato oltre mezzora, tra applausi e approvazione, nel corso del quale riferendosi ancora una volta alla ‘contro manifestazione’ cita uno striscione esposto “Cosenza meticcia e antirazzista” e sottolinea: “credo che sia più razzista chi pensa che, chi sbarca domani mattina, ha più diritto rispetto ad un disoccupato cosentino” e qui non può mancare l’affondo a Conte che vuole riaprire i porti e alla gestione dell’accoglienza: “Scaricarli qua come schiavi e mandarli a San Ferdinando o Rosarno nei campi a lavorare per qualche delinquente, non è accoglienza. Molti mi dicono ‘ma anche noi italiani siamo emigrati in altri paesi del mondo’ e “io rispondo sempre – dichiara Salvini – che a noi nessuno regalava hotel e 30 euro al giorno. Non c’è tutto per tutti: se governeremo in Calabria le case popolari, i bonus bebè, regionali, affitto, il lavoro, prima vanno ai calabresi e poi al resto del mondo”.

Il futuro dei calabresi? Dipende da come si alza Oliverio la mattina

Rivolgendosi alla platea cosentina, e più in generale ai calabresi: “il vostro futuro oggi dipende da come si alza Oliverio la mattina, perchè si sa che in Calabria, si vota ma non si sa quando. Votino quando vogliono tanto vanno a casa sicuramente”. Ed inizia l’analisi delle criticità della regione: “sulla sanità la Calabria è l’ultima regione italiana per eccellenza e liste d’attesa con debiti che sfiorano il miliardo di euro, aziende sanitarie commissariate, sciolte per mafia… se fossi nel partito democratico avrei vergogna a farmi vedere per le strade della Calabria”. Per non parlare dell’esodo in sanità: “ma vi sembra normale che quando parto da Lamezia trovo donne che pagano mille euro per andare a fare la chemioterapia negli ospedali della Lombardia? Non è normale. Oggi c’è una sanità di Serie A e Serie B. E se uno non può permettersela? Deve morire in Calabria per colpa di politici ladri? E qui torna sull’autonomia e su chi “da calabrese tradisce i calabresi”.

Non manca l’affondo all’alleanza Pd – M5S, all’apertura dell’Europa dei porti su base volontaria e sciorina i numeri e il riferimento all’ex sindaco di Riace: “diceva che siccome i calabresi scappano la soluzione è accogliere. Se ci danno fiducia in cinque anni lavoriamo non per sostituire i  calabresi con gli immigrati, ma per investire in lavoro, infrastrutture e per evitare che i giovani calabresi scappino. Sono contento perchè chi ho incontrato qui non mi ha chiesto un aiutino, una raccomandazione, ma lavoro, un’opportunità di lavorare e in questa terra sono importanti due settori come l’agricoltura e la pesca. A questo punto vi chiedo comprate e mangiate prodotti calabresi”. E giù l’affondo al ministro Bellanova sugli OGM.

“Rientreremo dalla porta principale”

“Possono scappare dalle elezioni per qualche mese ma se andiamo alle elezioni si vince con i voti del popolo italiano e non con i trucchi di palazzo. Rientreremo dalla porta principale. Rifarei tutto quello che ho fatto per difendere i confini, riferendosi alle inchieste giudiziarie che lo hanno visto coinvolto per il no agli sbarchi mentre “qui in Calabria c’è chi è a processo per altro”.

Le elezioni regionali e la chiusura ad Occhiuto

In molti hanno chiesto a Salvini delucidazioni in merito al possibile appoggio di Mario Occhiuto per il centrodestra ma il leader della Lega glissa e risponde: “è l’ultima delle mie preoccupazioni, prima il progetto, il programma, la squadra e i nomi. Certo se dovessi esprimere un desiderio vorrei guardare avanti, avanti… però l’importante è mandare a casa la sinistra senza commettere i loro errori: non basta vincere ma fare bene per 5 anni mantenendo le promesse, possibilmente senza avere problemi extra politici”.

Le infrastrutture: “la Calabria? una terra bellissima ma come ci arrivi?”

“Una terra stupenda la Calabria, un mare stupendo, ma se non ci arrivi? Se c’è una statale 106 che è un cimitero. E se poi hai mente di aprire un’azienda o un’attività devi chiedere il permesso alla ‘ndrangheta: una merda che va cancellata con le buone o con le cattive. Da ministro sono stati a Platì, a San Luca, a Capo Rizzuto, a Tropea… e ringrazio tutti gli uomini che lavorano per la Giustizia, che sono in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta e lo fanno senza andare in televisione a fare i fenomeni ma rischiando la vita. La mafia la combatti con le sentenze ma è anche fondamentale fare una riforma della Giustizia perchè non si può attendere 10 anni per una sentenza così come se un giudice sbaglia, deve pagare”.

Il rosario sul palco e la querela a Morra: “è un cretino”

“Ho querelato quel signore dei Cinquestelle, tale Morra – dichiara Salvini – che si è permesso di dire che chi invoca Maria Vergine, mostra un rosario o crede in Dio, lancia un segnale alla ‘ndrangheta: è un cretino”. Ed è in quel momento che sul palco arriva in dono per lui un rosario: “Nessuno può venire qua a cancellare la nostra cultura e la nostra storia; come se essere cattolico sia un disonore”.

A chi critica la Lega, Salvini risponde con “un sorriso e una merendina”

Poi l’ex ministro si avvia alle conclusioni: “Se va come va, ci rivediamo a Cosenza il 12 febbraio e festeggiamo la liberazione. Facciamo che si vota a metà dicembre, vi chiedo da oggi di essere portatori sani di cambiamento per riprendervi questa benedetta terra, Cosenza e la Calabria. Ci rivedremo. E a chi su Facebook scrive “bisogna ammazzare i leghisti” io rispondo loro con un sorriso, un bacione e una merendina, anche pane e nutella. Portatevi a casa questa certezza: la Calabria cambia non grazie a Salvini, ma la Calabria, quella dei vostri figli è in mano vostra. Mi hanno chiesto se ora vivo male il fatto di non essere ministro? L’onore e la dignità valgono più di mille ministeri. W la Calabria, W Cosenza e questa splendida terra”.

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