L’International Association for the Study on Pain (IASP) definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole associata ad un danno tessutale effettivo o potenziale”
COSENZA – Secondo una stima dell’IASP – Associazione Internazionale studio del Dolore – circa 12 milioni di persone, in Italia sono affette da dolore cronico, ovvero “il dolore persistente, continuo o ricorrente, di sufficiente durata e intensità tale da influire sulla qualità di vita del paziente e ridurne le capacità funzionali”. E il dato è sottostimato poiché, allo stato, non è possibile disporre di indagini epidemiologiche approfondite, attesa la nascita recente dei Centri di Terapia del dolore e la scarsa conoscenza dei percorsi terapeutici da parte dell’utenza.
Il dottor Francesco Amato, responsabile scientifico della convention e Direttore dell’UOC Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’azienda ospedaliera di Cosenza, ha illustrato i dettagli del congresso ai microfoni di RLB
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Dell’efficacia della farmacologia e delle innovazioni delle cure del dolore si parlerà nel corso del Congresso che si terrà a Cosenza domani, venerdì 20, e sabato 21 settembre, proprio sulla terapia del dolore: “Meet experts on innovative pain therapy”. I lavori, che si apriranno alle ore 14,00 domani, faranno anche il punto sullo stato dell’arte della Rete di Terapia del Dolore, a dieci anni dall’entrata in vigore della L. 38/2010 relativa all’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore.
Nonostante i limiti delle indagini conoscitive è comunque possibile stimare un’incidenza del fenomeno: il 21% della popolazione italiana è affetta da dolore cronico, nel 43% dei casi severo, la popolazione maggiormente colpita è quella femminile.
Condizioni di dolore persistente sono prevalentemente, connesse a patologie dell’apparato muscolo scheletrico (artrosi, artrite, mal di schiena) e a cefalee. Se alle cifre del dolore cronico si sommano quelle del dolore oncologico e acuto, l’indice epidemiologico, restituisce la fotografia di un fenomeno esteso che ha costi socio-sanitari elevati, diretti e indiretti.
L’incidenza del dolore cronico sulla spesa sanitaria è pari al 10%; anche questo dato però è sottostimato perché non tiene conto dei costi sostenuti nelle strutture private e di quelli derivanti dall’uso inappropriato dei farmaci analgesici o dal ricorso agli antidolorifici di automedicazione.
Si stima che i costi diretti a carico del sistema sanitario nazionale si aggirino intorno ai 12 miliardi di euro l’anno: quelli indiretti – perdita di produttività, assenza dal lavoro, scarsa redditività – si aggirano intorno ai 25 miliardi.
L’impatto del dolore cronico non può essere misurato solo in termini economici e di produttività. La patologia presenta gravi ripercussioni sulla qualità della vita di milioni di cittadini restringendo, in maniera rilevante il campo di azione e quello relazionale.
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