Calabria
Sanità e precari, parlano gli ‘idonei’: “perchè nessuno sostiene la legalità?”
Con una lettera in redazione chiedono di avere voce. Sono gli “idonei” presenti nelle graduatorie: “In Calabria, come sempre, si assiste al sostegno dell’illegalità”
COSENZA – “La Legge e la Regione Calabria viaggiano su due strade che non si incontreranno mai. In tutti i nosocomi italiani, lavora con dedizione personale la cui natura del rapporto di lavoro è a tempo determinato. Terminato il rapporto di lavoro, per mancato superamento dei concorsi pubblici, che è l’unico modo per essere assunti a tempo indeterminato nella sanità pubblica previsto dalla Costituzione, tornano alla propria vita consci della natura del loro rapporto di lavoro con la struttura.
“In Calabria no. Non può accadere”.
“Si assiste invece al paradossale fenomeno per il quale si dorme davanti alla Cittadella, si organizzano sit-in nelle piazze e davanti l’ospedale, si convocano tavoli tecnici per ideare misure atte a prorogare oltre i 48 mesi contratti a tempo determinato o addirittura su come stabilizzare personale non idoneo, per tutelare soggetti non aventi diritto a proseguire il rapporto di lavoro.
“I medesimi soggetti che asseriscono di essere stati sfruttati e sottoposti a turni insostenibili per garantire i LEA praticamente vogliono essere “sfruttati” a tempo indeterminato. In Calabria, come sempre, si assiste al sostegno dell’illegalità. Testate giornalistiche dedicate all’ingiustizia dei precari licenziati perché non idonei in graduatoria, nessuno che parli del personale idoneo. Questi ultimi non sono lavoratori, non sono madri o padri di famiglia, non hanno necessità di ottenere un posto di lavoro perché giustamente in Calabria hanno commesso il crimine di essere in linea con quanto previsto dalla nostra Costituzione”.
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