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Libera contro le mafie: “La corruzione è l’incubatrice delle mafie”

“La segreteria regionale Libera Calabria, esprime profondo apprezzamento per la puntuale operazione posta in essere dalla DDA di Reggio Calabria che ha portato all’arresto di 17 persone, tutte collegate direttamente o indirettamente alla cosca Libri della stessa Città”

 

 

REGGIO CALABRIA – La nota pervenuta da Libera e inviata da don Ennio Stamile, continua: “Sbaglia chi crede che l’essere accusati di corruzione sia comunque meno grave rispetto all’essere collusi. Da diversi anni don Luigi Ciotti ripete che “la corruzione è l’incubatrice delle mafie”. Detta operazione, attraverso le persone coinvolte, ancora una volta evidenzia come la ‘ndrangheta è stata capace di infiltrarsi nelle dinamiche politico-elettorali, attraverso la gestione di bacini di voti che di volta in volta venivano convogliati a favore di soggetti compiacenti e collusi appartenenti a diversi schieramenti senza distinzione di maggioranza e di opposizione. Gli arresti hanno messo in luce l’esistenza di veri e propri comitati di affari tra ndrangheta e politica che proprio come già successo negli anni ottanta hanno messo le mani sulla città, usando gli stessi metodi e la stessa capacità di intimidazione.

Elemento di ulteriore preoccupazione, per come emerge dalla stessa inchiesta, è il coinvolgimento di diversi imprenditori che avrebbero assunto posizioni di rilievo ed ottenuto diversi benefici, grazie al rapporto basato unicamente sul do ut des, un sistema economico al servizio della Ndrangheta. Aziende fiorenti e spesso anche qualificate ma il cui vantaggio competitivo si è basato sull’illegalità, metodo questo consolidatosi negli anni in diverse parti della Calabria. Si ribadisce, a tal proposito, l’urgenza di estendere in tutti i territori la campagna “La Libertà non ha pizzo” nata proprio nella Città dello Stretto circa 11 anni orsono, una strategia che potrebbe rivelarsi vincente.

Siamo convinti, che la lotta alla consorteria ‘ndranghetista, oltre comprendere la rottura di ogni possibile infiltrazione e collusione con l’apparato politico-burocratico regionale ad ogni livello e la lotta a qualsiasi forma di corruzione, passi necessariamente da una imprenditoria pulita, capace di scelte di campo coraggiose di denuncia e di forte presa di distanza da questo “cancro esiziale” che soffoca ormai da troppo tempo il presente ed il futuro della nostra Terra, al quale deve corrispondere una presa di coscienza altrettanto forte, da parte dei cittadini che devono iniziare ad orientare le loro scelte economiche in modo etico e responsabile.

Basta con l’indifferenza e la rassegnazione che conducono inesorabilmente all’isolamento e all’abbandono.

 

Il Sostentamento del Clero ha un nuovo Presidente, il sacerdote don Ennio Stamile

Dalla Curia vescovile di San Marco Argentano scrivono: “Subentra al Can. Massimo Aloia, dimissionario. La Legge dello Stato Italiano n. 222 del 20 maggio 1985, successiva al nuovo Concordato tra Italia e Santa Sede, reca disposizioni circa gli enti e i beni ecclesiastici e in particolare per il sostentamento del clero cattolico in servizio presso le comunità delle diocesi.
Con l’Istituto Centrale e la rete di Istituti diocesani è stato infatti superato il sistema beneficiale per la remunerazione dei presbiteri nella Chiesa cattolica. Ogni Istituto si avvale di un Consiglio d’Amministrazione, con membri
chierici e laici; è nominato dall’Ordinario Diocesano e dura in carica cinque anni.

Il nuovo Presidente, 55 anni, nativo di Cerzeto, ha potuto acquisire un’esperienza in campo economico-giuridico con padre e fratello maggiore valenti avvocati; l’ha maturata durante un quinquennio quale Economo del Pontificio Seminario “San Pio X” di Catanzaro (2000-2005) e un altro quinquennio da Consigliere d’Amministrazione nel suddetto Istituto (2011-2015).
Attualmente egli risiede a Cetraro ed è stato riconfermato Referente Regionale di Libera.

A don Massimo, che ha chiesto di poter concludere il mandato prima della sua scadenza, il Vescovo ha fatto pervenire la gratitudine della diocesi per il servizio svolto, così come ai membri del Consiglio d’Amministrazione,
chiamati a concludere il loro mandato fino alla sua scadenza (31.12.2020).
A don Ennio, che inizierà le sue funzioni il primo agosto p.v., gli auguri di un proficuo lavoro a favore del nostro clero”.

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