Calabria
Da sei anni Salah con moglie e 5 figli in Italia da 40 anni attende una casa popolare
Non si è ancora sistemato definitivamente, ma da stamani il 55enne marocchino ha, però, preso ufficialmente possesso della sua nuova abitazione
VIBO VALENTIA – Quella che gli spettava da circa sei anni, da quando cioè, fece richiesta al Comune di Vibo Valentia. Da oggi, infatti, Salah Moudik è entrato in possesso dell’alloggio, regolarmente assegnatogli per come da graduatoria definitiva di assegnazione. Per l’uomo, di origine marocchina ma con cittadinanza italiana, da ben 40 anni residente prima nel Catanzarese e poi a Vibo Valentia, con moglie e cinque figli, è passata anche la paura dello sfratto dall’appartamento in cui si trovava in affitto, in attesa di entrare nei nuovi locali. L’Aterp ha infatti anticipato i tempi di consegna perché l’impresa ha concluso i lavori prima della data consentita dal contratto di appalto e il responsabile dell’Ufficio Patrimonio Luciano De Pascali ha proceduto alla formale consegna dell’alloggio al marocchino 55enne con passaporto italiano.
“Esprimo soddisfazione per la positiva conclusione della vicenda – ha detto il commissario straordinario di Aterp Calabria Ambrogio Mascherpa – soprattutto perché il signor Moudik Salah aveva il diritto all’assegnazione dell’alloggio perché utilmente collocato nella graduatoria di assegnazione. Non sempre è così e, spesso, siamo costretti a fare i conti con realtà dove la fuoriuscita dalle norme di legge si scontra e fa a pugni con la tutela di un diritto, come quello dell’abitare. Noi abbiamo sempre pensato che il rispetto della legge e la legittima aspirazione al bene casa si difendano contemporaneamente e che servono, mai come in questo momento, investimenti forti dello Stato sull’edilizia residenziale pubblica perché la domanda abitativa è assai cresciuta in questi anni a causa anche del progressivo impoverimento di categorie sociali che, fino a pochi anni fa, erano tutelate da una condizione economica che, purtroppo, si è progressivamente indebolita”.
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