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Fusione Comuni: proposta per Fagnano, Santa Caterina, Malvito, Guardia e Acquappesa

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Fusione Comuni: proposta per Fagnano, Santa Caterina, Malvito, Guardia e Acquappesa

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Giuseppe Terranova, dirigente regionale del PD ha scritto ai sindaci di Fagnano Castello, Santa Caterina Albanese, Malvito, Guardia Piemontese e Acquappesa per la proposta di fusione dei comuni

 

COSENZA – Con una lettera trasmessa ai sindaci si propone la fusione di Fagnano Castello, Santa Caterina Albanese, Malvito, Guardia Piemontese e Acquappesa. A scrivere è Giuseppe Terranova, del partito democratico che parla come “cittadino e militante politico che ha a cuore il destino delle nostre comunità e dell’intero territorio. Da tempo assistiamo ad un evidente svuotamento demografico e a una conseguente stagnazione sociale ed economica, generatori di altri fattori negativi che incidono sul vivere civile delle nostre genti”.

“Rispetto a ciò che viviamo e guardiamo con i nostri occhi – scrive Terranova – serve il colpo di reni, lo scatto in avanti per proiettarci nel futuro. Sì, verso il domani, fuori dalle colossali difficoltà di ordine gestionale ed economiche imposte dallo Stato centrale, che legano le mani a chi come voi, ha dimostrato abnegazione e disinteresse di ordine personale, rinunciando ad esempio ad ogni forma di indennità di carica e quant’altro. Credo sia giunto il momento di scrivere pagine nuove nella storia del comprensorio”.

“Ed è con tale convinzione che vi propongo – prosegue il dirigente del Pd regionale nella missiva – di avviare da subito la fusione dei vostri Comuni (Fagnano Castello, Santa Caterina Albanese, Malvito, Guardia Piemontese e Acquappesa) sulla base delle normative legislative vigenti e previo un corale coinvolgimento e confronto popolare. Ribadisco, occorre coraggio e responsabilità, virtù che avete dimostrato fattivamente nell’operato amministrativo. E non solo”.

“Il risultato che si prevede di ottenere è una realtà territoriale ampia con ben oltre diecimila abitanti e con fattori peculiari molto importanti che attengono la dimensione culturale (ad esempio le etnie linguistiche e storiche: albanesi e occitane), la forte valenza ambientale: il Monte Caloria, il contesto montano e paesaggistico, comparti agricoli e produttivi come la castanicoltura e l’olivicoltura, l’etnia e l’appartenenza linguistica, l’artigianato e il settore manifatturiero, il termalismo, Il patrimonio storico e monumentale e pregevoli centri storici. E soprattutto un naturale asse Mare-Monti sul quale fare confluire ogni altra valida e realistica iniziativa progettuale. Tutte caratteristiche utili a farci competere da protagonisti in ambito regionale, nazionale ed europeo. Una nuova dimensione territoriale capace di rapportarsi con i programmi dei fondi comunitari diretti, alla luce anche delle importanti modifiche apportate recentemente ai relativi regolamenti”.

“La proposta sommariamente esposta nasce dalla convinzione che la funzione essenziale e irrinunciabile della Politica è rimuovere la conservazione, valorizzare l’esistente, pensare e realizzare il futuro. Senza annullare o minimamente ledere le gloriose tradizioni che hanno sorretto e animato il passato. Sono certo – conclude – che la vostra sensibilità istituzionale e politica accoglierà di buon grado un’ipotesi che guarda al solo interesse delle nostre comunità. Per custodire e rafforzare la nostra storia e valorizzare le identità culturali che hanno animato e animano le genti dei vostri comuni”.

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