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Inchiesta Tesi: Perugini interrogato dal gup

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Inchiesta Tesi: Perugini interrogato dal gup

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COSENZA – Quella “Tesi” che  fa ancora discutere. Ricordate il clamore mediatico sollevato dall’inchiesta Tesi, che sollevò un terremoto politico ed imprenditorile? Ebbene nonostante sia passato del tempo, l’inchiesta continua ad essere di nuovo di moda. A riaccendere la luce dei riflettori sulla

vicenda, è la presenza di Salvatore Perugini, ex sindaco di Cosenza, in tribunale. L’ex primo cittadino, raggiunto nel 2006 da un avviso di garanzia, costretto, proprio per quel procedimento, a lasciare la poltrona di sindaco, appena un paio di mesi dopo la sua elezione, ieri mattina è salito al socendo piano del palazzo di giusstizia per essere interrogato dal gup del tribunale di Cosenza, per definire la sua poszione, relativa all’udienza preliminare che lo vede coinvolto per la bancarrotta della Tesi Spa, il troncone cosentino di Why Not. Il suo coinvolgimento nell’inchiesta fu determinato dal fatto che era stato consigliere di sorveglianza per quasi un anno. Ieri mattina, nel corso dell’udienza, ha ripercorso davanti al giudice per le udienze preliminari il suo ruolo, rigettando tutto il carico di accuse contro di lui. Al giudice ha spiegato che in quel periodo l’unica sua preoccupazione fu quella di fare di tutto per evitare che i dipendenti perdessero il lavoro. Per facilitare il suo progetto di salvaguardare i dipendenti, fu quello di contribuire al recupero di 1milione e 600mila euro. Un credito – ha spiegato l’ex inquilino di Palazzo dei Bruzi – che Tesi vantava da Fincalabra e che venne utilizzato per pagare il personale. L’udienza preliminare è stata poi aggiornata al 20 novembre, quando il sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Visconti, farà la sua requisitoria. Prima del rinvio erano stati sentiti dal gup anche l’ingegnere Pier Luigi Leone e Raffaele Giannetti, mentre il titolare dell’inchiesta – come scrive il collega Alessandro Bozzo – aveva riformulato i capi d’imputazione per co- me gli era stato chiesto dal giudice in se- guito alle questioni sollevate dal collegio difensivo lo scorso 27 giugno. Oltre a Leone, Giannetti e Perugini ri- sultano indagati anche politici di primo piano della scena cosentina e calabrese: l’assessore regionale Pino Gentile, il consigliere regionale di minoranza Nicola Ada- mo, l’ex consigliere regionale del Pdl Franco Morelli, l’assessore del comune di Cosenza Lu-ciano Vigna, il consiglie- re comunale di Cosenza Michelangelo Spataro, la dirigente nazionale del Pd Enza Bruno Bossio. Gli altri imputati sono Filomeno Pometti, Rinaldo Scopelliti, Pasquale Marafioti, Domenico Vizzone, Francesco Capocasale, Pasquale Citrigno, Fiorino Gimigliano, Mario Gimigliano, Michele Montagnese, Gianluca Bilotta, Luigi Vacca, Nicola Costantino, Renato Pastore, Saverio Fascì, Francesca Gaudenzi, Antonio Gargano, Pietro Macrì, Antonio Viapiana, Fabio Schettini. La loro posizione era stata stralciata per in- competenza territoriale dal gup del tribunale di Catanzaro nel 2009 e il fascicolo era stato trasmesso alla Procura di Cosenza. La richiesta di rinvio a giudizio, formulata dal pm era stata depositata il 21 marzo scorso. Secondo l’ipotesi della pubblica accusa i 28 imputati avrebbero posto in essere un «disegno criminoso finaliz- zato a occultare e dissimulare la reale si- tuazione finanziaria e patrimoniale di Tesi spa», società dichiarata fallita il 14 giugno del 2007. I fatti oggetto delle contestazioni giudiziarie sarebbero avvenuti tra il 2002 e il 2006. Gli amministratori e i sindaci di Tesi, in pratica, sono accusati di aver provocato passività per quasi 5 milioni di euro attraverso l’effettuazioni di operazioni illecite. Il 20 novembre il prossimo atto.

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