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Meetup Cosenza, Urban Generation nell’area urbana: uno spreco in “totem”

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Meetup Cosenza, Urban Generation nell’area urbana: uno spreco in “totem”

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Il movimento denuncia “ancora oggi i totem sono inattivi. Prototipo di una città tecnologica e sostenibile, smart e cardioprotetta, si sono rivelati simulacri di inutilità, mera espressione dello spreco dei fondi pubblici. Temiamo che il finanziamento di un milione e mezzo di euro possa rappresentare l’ennesimo spreco”

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COSENZA –  Si torna a parlare del progetto “Urban generation” e dei famosi totem informativi. Un progetto che avrebbe, in teoria, dovuto coinvolgere l’intera area urbana e le cui finalità erano rivolte alla mobilità sostenibile e partecipata, oltre a rendere migliori e più vivibili le aree urbane visto che avrebbero dovuto coinvolgere la cittadinanza con mappe interattive e informazioni. In più, ogni  totem, prevedeva l’installazione di defibrillatori semi-automatici utilizzabili in caso di emergenza ma mai entrati in funzione.

Sul “caso” Totem è intervenuto con una nota il Meetup Cosenzaeoltre “nel settembre 2015, nell’area urbana di Cosenza, Rende e Università – scrivono – sono stati installati i totem interattivi del progetto definito “Urban Generation” per facilitare il dialogo tra amministrazione e cittadini, per offrire un kit di pronto intervento con defibrillatori semiautomatici utilizzabili in caso di emergenza e per incentivare la mobilità sostenibile. Già durante la campagna elettorale delle amministrative del 2016, il meetup denunciava la presente realtà: schermi dei totem non funzionanti, videosorveglianza e telecontrollo inattivi, nessuna traccia dei 30 defibrillatori, piuttosto il sospetto che non siano mai stati neppure acquistati. I totem, prototipo di una città tecnologica e sostenibile, smart e cardioprotetta, si sono rivelati dei simulacri di inutilità, mera espressione dello spreco dei fondi pubblici”.

 

Il Meetup Cosenzaeoltre sottolinea anche che “ad ottobre 2017, la Commissione consiliare controllo e garanzia del comune di Cosenza e il suo presidente Giovanni Cipparrone hanno incontrato la rappresentante dell’Associazione ‘Urban Generation’ per conoscere i motivi che hanno bloccato la funzionalità dei totem. Per la fine dell’anno, si attendeva il trasferimento, a titolo gratuito, della proprietà intellettuale del progetto e della proprietà dei beni strumentali e delle attrezzature e relativa gestione, al fine di ripristinare alcune funzionalità, come l’utilizzo dei defibrillatori e dei computer, mentre il sindaco tratteneva per sé la delega all’innovazione”.

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“A distanza di due anni circa – continua la nota – ci chiediamo se il trasferimento previsto per fine 2017 dal MIUR ai Comuni è avvenuto, se i defibrillatori sono mai stati acquistati; se l’occupazione del suolo appartenente al demanio e al patrimonio indisponibile del Comune, presupposto per il pagamento di un canone di concessione che ha natura giuridica di entrata patrimoniale, è stato previsto e corrisposto, chi è il soggetto responsabile al controllo dei totem”.

“In attesa di avere risposte – si legge ancora – e visto che ancora oggi i totem sono inattivi, è bene sapere che il progetto Urban Generation, nato grazie al bando “Smart cities and social innovation” del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (che solo in Calabria aveva distribuito 10 milioni di euro di fondi europei a 14 progetti di ragazzi under 30), è stato finanziato dal Programma Operativo Nazionale (PON) Ricerca e Competitività 2007-2013, cofinanziato con fondi europei destinati al Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e con risorse nazionali.

“Il meetup cosenzaeoltre – conclude la nota – teme che tale finanziamento pubblico di un milione e mezzo di euro possa rappresentare l’ennesimo spreco“.

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