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Maxi confisca di beni per 215 milioni ad un imprenditore legato alla ‘ndrangheta

Calabria

Maxi confisca di beni per 215 milioni ad un imprenditore legato alla ‘ndrangheta

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La confisca ha riguarda un noto imprenditore ritenuto affiliato alla ‘ndrangheta. La Guardia di Finanza sta eseguendo la confisca in Calabria e in Campania

 

REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza nelle sue componenti specialistiche e investigative del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e del Comando Provinciale Reggio Calabria, sotto il coordinamento della procura reggina, sta eseguendo un provvedimento del Tribunale di Reggio Calabria con cui è stata disposta nei confronti di un noto imprenditore legato alla ‘ndrangheta.

In particolare oltre all’applicazione di misure di prevenzione, personali e patrimoniali, viene eseguita la confisca dell’ingente patrimonio a lui riconducibile, per un valore complessivo stimato in circa 215 milioni di euro. In sede giudiziaria è emersa infatti “l’esistenza di un indissolubile rapporto di cointeressenza economico-criminale tra l’imprenditore e una cosca di ‘ndrangheta, risalente alla prima metà degli anni ’80”.

Alfonso Annunziata, cuore imprenditoriale del clan Piromalli

E’ considerato il “cuore imprenditoriale” della cosca Piromalli di Gioia Tauro, Alfonso Annunziata, l’imprenditore reggino al quale la Guardia di finanza ha confiscato beni per 215 milioni di euro. In particolare, i finanzieri dello Scico, del Nucleo speciale polizia valutaria e del Comando provinciale Reggio Calabria, col coordinamento della Procura reggina diretta da Giovanni Bombardieri, hanno confiscato, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale il compendio aziendale di due imprese, quote di 4 società di capitali e di una società di persone, 85 unità immobiliari, 46 rapporti finanziari personali e aziendali nonché denaro contante per quasi un milione di euro. All’imprenditore, inoltre, è stata imposta la sorveglianza speciale di Ps per tre anni, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. Il provvedimento si fonda sulle risultanze acquisite nell’operazione “Bucefalo” condotta dalla Guardia di finanza, nell’ambito della quale Annunziata, nel marzo 2015, fu arrestato.

In questi giorni, al tribunale di Palmi, sono in corso le fasi finali del processo che lo vede imputato, tra l’altro, di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti Annunziata “non è un imprenditore vittima, non è stato e non è costretto a favorire la cosca. Al contrario, è un soggetto storicamente legato ai componenti di vertice della famiglia Piromalli ed è, dunque, un soggetto intraneo che si presta da oltre venti anni, volontariamente e consapevolmente, al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della cosca, così creando e sviluppando, nel tempo, solide cointeressenze economiche, accompagnate da ingenti investimenti commerciali nel territorio di Gioia Tauro”. Secondo gli inquirenti, il rapporto di cointeressenza economico-criminale tra Annunziata e i Piromalli sarebbe nato sin dalla prima metà degli anni ’80 e si sarebbe definitivamente sviluppato tra la fine del medesimo decennio e i primi anni ’90.

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