Cosenza
L’inchiesta ‘bipartisan’ sugli appalti sospetti, Oliverio e Adamo ritenuti i “promotori”
Il governatore Mario Oliverio e Nicola Adamo sono ritenuti promotori di un’associazione per delinquere finalizzata a “commettere una serie di delitti contro la Pubblica amministrazione”.
COSENZA – Non di poco conto l’accusa per il governatore Oliverio che, secondo quanto riportato nell’avviso di conclusione indagini, è ritenuto insieme ad Adamo, promotore di un’associazione per delinquere. Oliverio è ritenuto “il referente politico istituzionale degli associati, nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori in ordine agli sviluppi delle procedure di gara pubbliche bandite dalla Regione e di interesse dell’associazione, nonché alle vicende politiche ed istituzionali correlate alle stesse”.
E il tutto emerge a seguito di minuziose indagini dei carabinieri del Comando per la tutela ambiente Sezione operativa centrale di Roma nonché, in ultima parte, dai finanzieri del Nucleo di polizia economica e finanziaria di Catanzaro. L’inchiesta é stata condotta dal pm Vito Valerio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri. Le attività sono state condotte con intercettazioni telefoniche e ambientali, l’acquisizione di documentazione e l’esecuzione di consulenze tecnico-specialistiche di professionisti incaricati dal pm di valutare analiticamente le procedure di gara di appalti pubblici e di nomina di posizioni dirigenziali apicali.
In particolare, sono stati vagliati i bandi di gara relativi al collegamento metropolitano Cosenza-Rende-Unical, alla riqualificazione del collegamento ferroviario Cosenza-Catanzaro, alla realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza, al ripristino della tratta ferroviaria turistica della Sila, alla realizzazione del museo di Alarico ed alla nomina del direttore generale di Calabria lavoro.
Per gli investigatori il “gruppo” nei rispettivi ruoli politici, amministrativi, istituzionali ed imprenditoriali, in maniera per così dire “bipartisan” si muoveva per orientare le attività connesse alla realizzazione di opere pubbliche in ambito regionale e per dare incarichi e nomine illecite. E’ il caso di Luigi Incarnato, di Luca Morrone ma anche di Giovanni Forciniti, direttore generale di “Calabria Lavoro”. Su quest’ultimo che è stato sospeso dall’esercizio del pubblico ufficio insieme a Fortunato Varone, dirigente generale della Regione Calabria, l’accusa è di abuso in atti di ufficio.
Due dirigenti sospesi
La sospensione fa riferimento alla nomina di Forciniti alla guida dell’ente “in house” della Regione Calabria. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, al fine di favorire la nomina di Forciniti, già estromesso dalla commissione tecnica di valutazione perché non in possesso dell’attestazione di conoscenza di lingua inglese, sarebbero stati riaperti i termini per la presentazione delle domande allo scopo di fargli ottenere l’attestazione mancante, conseguita successivamente all’emissione del decreto che disponeva la riapertura dei termini. Varone e Forciniti sono indagati per questa ipotesi di reato con il presidente della Regione, Mario Oliverio.
Gli appalti su ‘rotaie’
La riqualificazione e velocizzazione della linea Cosenza-Catanzaro delle Ferrovie della Calabria è uno degli interventi finiti al centro dell’inchiesta “Passepartout” e le contestazioni della procura si riferiscono all’affidamento dello studio di fattibilità dell’intervento. Anche in questo caso la gara sarebbe stata pilotata attraverso bandi privi “di sub-criteri con i relativi sub-punteggi per una corretta, omogenea e trasparente” valutazione della documentazione e con la nomina nella commissione giudicatrice di membri favorevoli alla realizzazione del progetto “per agevolare e favorire l’aggiudicazione dell’opera in favore dell’offerente Raggruppamento temporaneo tra prestatori di servizi composto da Sintagma srl – Alberto Milotti – Maria Elisabetta-Barbale”.
Nello svolgimento della procedura di gara, inoltre, non sarebbe stata garantita la sicurezza dei plichi in violazione degli obblighi di segretezza delle offerte, mentre in vista dell’aggiudicazione i rappresentanti dell’ente appaltante avrebbero mantenuto contatti con il rappresentante legale del raggruppamento temporaneo “dal quale si recepivano suggerimenti in ordine ai contenuti ed alle modalità di gara in vista dell’aggiudicazione”. Le contestazioni al riguardo sono mosse a carico di Luigi Giuseppe Zinno, Giuseppe Lo Feudo e Tito Berti Nulli.
Il presidente della Regione insieme a Nicola Adamo, che esercita “la propria esclusiva influenza su Oliverio del quale è consigliere di fatto e suggeritore delle principali strategie”, e al dirigente del dipartimento Infrastrutture della Regione Luigi Giuseppe Zinno ed al direttore generale delle Ferrovie della Calabria, Giuseppe Lo Feudo, avrebbero favorito l’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione della metropolitana leggera di superficie tra Cosenza, Rende e l’Università della Calabria, in favore del raggruppamento di imprese costituito dalla Cmc (Cooperativa muratori e cementisti) e dalla Caf (Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles) in avvalimento con la Francesco Ventura Costruzioni ferroviarie. Il rappresentante di quest’ultima società, Pietro Ventura, è a sua volta indagato in quanto ritenuto il “contraente privilegiato e beneficiario delle principali commesse in ambito ferroviario”.
https://www.quicosenza.it/news/6889
Social