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Nepetia: pesante condanna per Franco La Rupa

COSENZA – L’accusa “regge. Il troncone principale dell’inchiesta “Nepetia”, non è più un’enigma giudiziario. Ieri, infatti, la Tribunale collegiale di Paola, ha concluso il processo di primo grado, accogliendo le richieste di condanna avanzate dalla Dda, infliggendo, in nome del popolo italiano,

quindici sentenze di colpevolezza, nei confronti dei grandi accusati dell’inchiesta. Parallelamente alle 15 condanne, il processo di primo grado s’è concluso con otto assoluzioni. Tra i nomi eccellenti finiti sul banco degli imputati figurava Franco La Rupa, ex consigliere regionale e più volte sindaco di Amantea, accusato dalla Dda di voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa, condannato a sette anni di reclusione e al pagamento pagamento spese processuali. Anche un altro politico di peso, Tom- maso Signorelli, ex assessore comunale è stato condannato a sei anni e al pagamento delle spese processuali; per Settimio Coccimiglio, un anno e 4 mesi, e pagamento spese processuali; Gianluca Coscarella deve sconta- re un anno e 8 mesi, oltre al pagamen- to delle spese processuali e di custodia cautelare; Paolo Launi, braccio armato della cosca amanteana, dovrà scontare 7 anni e 4 mesi e pagare 1.600 di multa oltre spese processuali e di custodia; Angela Maria Marano, condannata a 2 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare; Natale Rizzo è stato giudicato colpevole e dovrà scontare una pena di 10 anni di carcere, oltre al pagamento di 1.800 euro di multa ed alle spese processuali e di custodia cautelare; Concetta Schettini, ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Amantea, condannata a 7 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 3.000 euro ed alle spese processuali, atteso il vincolo della continuazione; Giuliano Serpa, ex capo della cosca Serpa di Paola, già condannato in sede di tribunale di Catanzaro dovrà scontare ulteriori 4 mesi di reclusione oltre al pagamento di 400 euro di multa; idem il fratello Ulisse Serpa, componente dell’omonima cosca, che dovrà scontare 4 anni e 2 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 19.000 euro. Tra i colpevoli figura anche Antonino Sposaro condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali; così come il fratello Venturino Sposaro. Giovanni Amoroso, intraneo alla cosca rosarnese Pesce-Bellocco, colpevole di tentato omicidio, è stato condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali; Francesco Berardone è stato invece condannato a un anno e 8 mesi di reclusione, più 1.600 euro di multa, oltre al pagamento delle processuali. Queste le condanne, i giudici di Paola, invece, hanno riconosciuto non colpevoli: Eugenio Gabriele, per la sopraggiunta morte dell’imputato.Beniamino Molinaro, Massimiliano Osso, Giuseppe Perri, Armando Mendicino, Raimondo Chiacchio, Roberto Di Lauro, Antonio De Filippis Andrea Munno e, per reati minori, anche Giovanni Amoroso, Franco La Rupa, Paolo Launi, Natale Rizzo, Concetta Schettini. Con il processo di ieri, sale a 24 il “bottino” degli imputati. Molti, infatti, avevano scwelto di essere giudicati con il rito abbreviato. E per loro, il processo giunto al secondo grado di giudizio, s’è concluso con i seguenti verdetti: Guido Africano, a 6 anni e 6 mesi di reclusione; Massimo Africano (7 anni e 8 mesi); Luca Azzinnaro (4 anni); Pasqualino Besaldo (9 anni); Saverio Cambareri assoluzione perché il fatto non costituisce reato; Domenico De Luca assolto perché il fatto non sussiste; Gennaro e Salvatore Di Mauro perché il fatto non sussiste; Tommaso Gentile (10 anni e 8 mesi); Giacomino Guido (6 anni e 6 mesi); Amedeo Mannarino (2 anni e 4 mesi); Pier Mannarino, (4 anni); Alessandro Marigliano (6 anni e 10 mesi); Francesco Muto perché il fatto non sussiste; Domenico Santoro perché il fatto non costituisce reato.

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