Cosenza
“Lande Desolate”, già presentato ricorso al Tribunale della Libertà per Oliverio
Non perde tempo il legale difensore del governatore calabrese, e annuncia di aver già depositato il ricorso al tribunale della Libertà
COSENZA – “Siamo in attesa dell’interrogatorio di garanzia dinnanzi al Gip, durante il quale esporremo le nostre ragioni e metteremo in evidenza degli errori di interpretazione di alcuni elementi contenuti nell’ordinanza”. Lo ha detto l’avvocato Enzo Belvedere, difensore del presidente della regione Calabria Mario Oliverio cui è stato disposto l’obbligo di dimora per abuso d’ufficio nell’ambito di un’indagine condotta dalla Guardia di finanza di Cosenza e coordinata dalla Dda di Catanzaro in materia di appalti pubblici. Al momento non sono state ancora fissate le date.
Intanto, così come aveva annunciato ieri, Oliverio ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro quelle che ha definito “accuse infamanti”, e si alimenta solo con acqua. Il governatore, sottoposto all’obbligo di dimora nel suo comune di residenza, San Giovanni in Fiore, in esecuzione di un’ordinanza del gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo calabrese, è accusato di abuso d’ufficio in relazione ad un’inchiesta su presunte irregolarità nella gestione di alcuni appalti pubblici.
Fonti vicine ad Oliverio riferiscono come abbia in queste ore, ricevuto numerosi messaggi di solidarietà e vicinanza sia da ambienti politici, ma, soprattutto, da semplici cittadini. Una mole di messaggi, è stato riferito, divenuta difficile da gestire proprio per la quantità. Chi gli è stato vicino in queste ore parla anche di un Oliverio deciso a ribattere alle accuse ma anche adirato per alcune notizie inesatte circolate sulla sua vicenda e relative, in particolare, alla circostanza, non rispondente al vero, che gli sia stata contestata anche l’aggravante mafiosa. Oliverio, infatti, è accusato di abuso d’ufficio semplice. Inoltre, il provvedimento di obbligo di dimora, hanno riferito le stesse fonti, su alcuni organi di stampa è stato trasformato in arresti domiciliari. Misura che era stata chiesta dalla Dda, ma è stata respinta dal gip.
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