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Viale Parco e metrotramvia, si scava per capire cosa c’è sotto l’asfalto

Cosenza

Viale Parco e metrotramvia, si scava per capire cosa c’è sotto l’asfalto

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I lavori proseguono con i carotaggi, mentre la magistratura indaga sulla viabilità alternativa dopo il ricorso presentato dall’imprenditrice Milena Gabriele

 

COSENZA – Sembrerebbe tutto fermo nel cantiere di Viale Parco. In realtà non è così. Sull’arteria principale della città di Cosenza sono in corso dei carotaggi affinché la CMC di Ravenna Cooperativa Muratori Cementisti, che si è aggiudicata i lavori per la realizzazione della metrotramvia, possa capire quale sia la conformazione del sottosuolo. Rilievi che portano alla memoria dei cosentini le due voragini che si aprirono nel 2005 al centro della carreggiata e che determinarono il sequestro del viale e la sua parziale bonifica. Chi visse quei momenti ricorda come un incubo la rimozione dei rifiuti nel tratto tra il semaforo dell’autostazione e quello della chiesa Cristo Re quando da sotto la strada emergevano cataste di pneumatici, spazzatura, lavatrici, carcasse e batterie per auto.

 

 

A confermare lo stato dell’arte è il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Ribadendo per l’ennesima volta che si tratta di un’opera della Regione Calabria e che nulla dipende dal Comune afferma di aver chiesto “agli uffici regionali quale sia l’avanzamento dei lavori. Pare stiano procedendo con l’analisi ambientale del sottosuolo attraverso i carotaggi. Il Comune invece è al lavoro (il progetto esecutivo è già pronto) per la realizzazione – annuncia il primo cittadino di Cosenza – della viabilità alternativa che prevede la costruzione di una bretella che dal lato del fiume costeggerà via Popilia partendo dal Ponte di Calatrava fino ad arrivare alla sopraelevata”.

 

 

Nel frattempo però il Tar al quale l’imprenditrice Milena Gabriele si è rivolta a causa dei danni subiti dalla propria azienda ha disposto delle verifiche a causa “delle discordanti dichiarazioni – scrivono i giudici – rese dalle parti sulla situazione di fatto, segnatamente in ordine all’impatto dei lavori in atto sull’accessibilità, pedonale e veicolare, alla stazione di servizio della società ricorrente”. In effetti l’iter che stanno seguendo i lavori, a dire della stessa imprenditrice che vive quotidianamente ciò che succede nel cantiere, è abbastanza nebuloso.

 

“Non si capisce quale sia la ditta che sta lavorando e cosa stiano facendo. Dicono – afferma Milena Gabriele titolare del rifornimento di carburante che affaccia su viale Giacomo Mancini – che non esiste un cronoprogramma, le direttive vengono impartite giorno per giorno. Noi stiamo qua e aspettiamo. Agli inizi settembre hanno chiuso Viale Parco apponendo un cartello in cui era scritto che si stava costruendo un ‘Parco lineare urbano’. Poi lo hanno tolto. Per venti giorni il cantiere è stato abusivo dal punto di vista della cartellonistica, su cui non veniva indicato quali lavori stessero effettuando, finché di notte hanno poi apposto la targa della Regione Calabria dove si legge che si stra realizzando la Metrotramvia. Cartelloni che ci sono ancora oggi.

 

A metà setttembre – ricorda la titolare del rifornimento di carburante – via Pec ho formalmente chiesto al sindaco cosa stesse succedendo visto che di fatto non era stato definito nessun progetto. L’unico atto esistente e che ho subito impugnato innanzi al Tar era una determina del Comune di Cosenza datata 15 giugno dove Mario Occhiuto diceva che viale Mancini doveva essere chiuso per fare il Parco che io chiamo del Malessere, non del Benessere. Con il ricorso al Tar ho quindi ottenuto una verifica su questa delibera. Il giudice ha capito il grave danno che sto subendo e ha inteso fare chiarezza.

 

 

La Regione Calabria dice che il tratto di Viale Giacomo Mancini su cui affaccia la mia stazione di servizio verrà riaperto una volta terminati i lavori, il Comune di Cosenza sostiene l’esatto contrario ovvero che che resterà chiusa per sempre. Non c’è però un progetto, una planimetria su cui fare verifiche. A chi devo credere? Nella richiesta di rigettare il mio ricorso presentata al Tar il Comune di Cosenza afferma di voler trasferire la mia attività. Chi pagherà questo trasloco? Fare una stazione di rifornimento carburante costa almeno 800mila euro, il problema non sono i terreni che loro vorrebbero darmi in affitto, ma la costruzione di un nuovo impianto.

 

 

Attualmente sono in corso accertamenti per comprendere quale sia il futuro di questa arteria stradale e vagliare se il traffico veicolare che transita davanti al mio esercizio è cambiato. Per fare ciò il Tar ha richiesto una relazione alla Polizia Stradale che ha nominato un ingegnere di Bari come perito il 21 novembre. Se davvero ci fosse stato il blocco dei lavori avrei iniziato io stessa a smontare le transenne. I cittadini si lamentano perché il Viale è stato chiuso, ma i lavori sono fermi e si chiedono il perché di questi disagi. Credo che la verità ancora non sia stata detta e il mio ricorso venga utilizzato come scusante, in realtà però il Tar non ha fermato il cantiere. Non è chiaro perché da giorni quei pochi operai che per rompere una panchina impiegavano un intera giornata ora sono spariti e sono rimasti solo i mezzi di carotaggio.

 

 

La perizia andrà consegnata entro il 15 gennaio e il 30 gennaio il giudice del Tar deciderà in merito.Aspetterò tale data e poi valuterò il da farsi. Ovviamente se inizieranno a rompere il manto stradale interverrò, affinché qualora il Tar dovesse emettere una sospensiva e disporre il ripristino dello stato dei luoghi la strada possa essere riaperta nell’immediatezza. In questi mesi ho avuto un calo del 70% nelle vendite da 10 milioni di litri quest’anno (compresi i mesi in cui la strada era aperta) non sono arrivata neanche a 2,5 milioni di litri. Se non cambia nulla sarò costretta a licenziare padri e madri di famiglia che da anni lavorano con me a causa di quest’opera”.

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