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Quattro spinelli in tasca: accusato di spacciare, assolto con formula piena

Studente universitario viene fermato dalla Guardia di Finanza che lo trova in possesso di circa 200 grammi di droga e 800 euro in contanti. Accusato di spaccio viene assolto

 

COSENZA – Piena assoluzione per non avere commesso il fatto. Ventotto anni, studente universitario, E.P. nel novembre 2015 viene fermato per un controllo dalla Guardia di Finanza. Il giovane camminava a piedi a Quattromiglia, in Rende. Il controllo fu positivo, il giovane venne trovato con quattro spinelli rullati all’interno del pacchetto di sigarette. Il rinvenimento portò le fiamme gialle ad estendere il controllo presso l’abitazione dello studente universitario che viveva a Rende, in fitto, per via dell’università anche se di fatto la residenza era in altro Comune dell’hinterland cosentino. All’interno della stanza nell’abitazione che divideva con un altro studente fu rinvenuta droga, hashish e marijuana per circa 200 grammi. Insieme alla droga c’erano soldi in contante per un ammontare di 790 euro.

Per i militari soldi e droga corrisposero a detenzione e spaccio, l’accusa con cui il ventottenne fu denunciato e finì in Tribunale. Il giovane difeso dall’avvocato Ugo Le Donne affrontò il processo, due anni di udienze in aula concluse con una piena assoluzione. La difesa, infatti, tramite indagini difensive ha dimostrato al giudice monocratico Garofalo come il giovane avesse entrate di natura economiche tali da potersi permettere l’acquisto dello stupefacente per uso personale. Ed infatti sono stati sentiti come teste il coinquilino dell’abitazione di Rende, ed il gruppo di amici con il quale aveva normali frequentazioni giornaliere: gli amici hanno escluso qualsivoglia attività di spaccio.

Chiusa l’istruttoria dibattimentale durante la discussione, l’accusa ha chiesto la condanna del giovane studente a 4 mesi di reclusione. Il giudice ascoltata l’arringa difensiva, ritiratosi in Camera di Consiglio, nonostante la richiesta dell’accusa ha pronunciato sentenza assolutoria per non aver commesso il fatto

 

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