Cosenza
Spaccio di stupefacenti a Cosenza, nuovi arresti. Il Procuratore: “E’ ormai un problema sociale”
La morte per overdose di una trentasettenne sarda ha portato a ricostruire la rete di approvvigionamento della donna
COSENZA – Tredici persone destinatarie di misure cautelari in una città che, secondo il Procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo “galleggia sulla droga”. Le indagini partite nel dicembre 2016 a seguito del decesso di una 37enne sarda per overdose nel quartiere Rivocati hanno portato alla luce una serie di episodi di spaccio soprattutto nel centro storico di Cosenza. Le perquisizioni effettuate nel corso delle attività hanno portato al sequestro di eroina, cocaina ed hashish e a decretare che le zone di spaccio in città sembrerebbe siano essenzialmente quattro: il centro storico, via Reggio Calabria, via Popilia e via degli Stadi. Lo vendita di stupefacenti, secondo il Procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo “è ormai un problema sociale”. “Un disagio – spiega il Procuratore Spagnuolo – che attraversa le famiglie non distinguendo fra abbienti e meno abbienti. E’ un fenomeno diffusissimo. La repressione però non è sufficiente. Occorre un lavoro di prevenzione straordinario da parte delle istituzioni, dei medici, delle associazioni e della società civile. I genitori non devono rivolgersi alle Forze dell’Ordine solo quando ormai il figlio li aggredisce o li minaccia per avere il denaro per comprare la droga. Il problema va affrontato prima in modo da dare una risposta di tipo terapeutico a questi ragazzi.
In questa indagine non ci sono minorenni, ma l’età molto giovane dei consumatori è una caratteristica tipica dell’hinterland cosentino. C’è uno spaccato che coinvolge il mondo della scuola su cui dobbiamo fare delle riflessioni. Lavoriamo con le Prefetture a cui vengono segnalati gli assuntori e la Chiesa che con i docenti di religione ha una presenza capillare negli istituti scolastici. Cerchiamo di creare professionalità specifiche nell’ascolto del disagio, non solo convegni”. Entrando nel dettaglio dell’operazione scattata all’alba di stamane il Capo della Squadra Mobile di Cosenza Fabio Catalano ha affermato che “il rinvenimento di materiale per il confezionamento durante una perquisizione presso l’abitazione di un soggetto già noto per reati legati all’universo degli stupefacenti ha indotto ad eseguire ulteriori accertamenti, La tragica circostanza della morte della 37enne sarda ha imposto di approfondire il cerchio delle relazioni della donna. Ciò ha permesso di capire che il rifornimento dal quale era maturato l’approvvigionamento che aveva determinato conseguenze letali era da attribuire ad alcuni dei 13 soggetti oggi destinatari di misura cautelare. Per ottenere tali risultati abbiamo analizzato un’enorme mole di intercettazioni. In questo quadro va anche considerato i fastidi che subiscono i cittadini comuni che si trovano ad avere lo spacciatore sotto casa e soprattutto per i timori dei figli che rischiano di diventare le vittime di questo turbe fenomeno”.
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