Le donne italiane che accettavano il matrimonio combinato minacciavano poi “i coniugi” di chiedere il divorzio se non avessero sborsato altri soldi oltre quelli pattuiti. In ogni caso dei matrimoni fittizi erano a conoscenza i rispettivi “veri” compagni dei soggetti che convolavano a nozze
In particolare Armando Leporato (ai domiciliari), secondo gli inquirenti, si distingue per essere il capo del consesso, fornendo direttive a tutti gli altri componenti del gruppo criminale; individua con l’ausilio di soggetti posti alle sue dipendenze, di volta in volta, i soggetti che devono stipulare fittizi matrimoni, preoccupandosi di mantenere i contatti con le strutture burocratiche e gli uffici competenti per il rilascio della necessaria documentazione. Leporato si prestò anche a contrarre matrimonio con una immigrata marocchina che vive in Belgio. Le indagini prendono corpo dal luglio 2015 fino a giugno 2018
«E’ un’operazione che nasce con altri fini, nasce da un soggetto dell’area medio orientale sospettato di terrorismo – spiega il procuratore capo Spagnuolo -. Questa operazione viene portata avanti con assoluta professionalità, cade il collegamento di tipo terroristico ma vediamo che questa persona viene a Cosenza perché sa che c’è qualcuno che organizza matrimoni fasulli, formalmente corretti che consentono ad illegittimi cittadini extracomunitari di ottenere la cittadinanza italiana sposando una cittadina italiana. Questo lavoro da Salerno arriva alla Procura di Cosenza, la stessa polizia giudiziaria coadiuvata dalla territoriale di Cosenza lavora sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Manzini e del sostituto Cozzolino che sono assegnatari del procedimento e con ulteriore attività tecnica di riscontro ricostruiamo questa attività di trovare una moglie e quindi una cittadinanza per somme di denaro che oscillano da 4 a 7 mila euro. E’ una storia che desta allarme e che soprattutto fa di Cosenza una sorta di epicentro di questo fenomeno abbastanza rilevante»
«E’ una attività che nasce in Campania, ma che poi si sviluppa in Cosenza, in particolare, dove è presente una organizzazione composta sia da cittadini italiani che extracomunitari a scopo di lucro inteso favorire una immigrazione clandestina attraverso il proponimento di matrimoni fittizi – spiega l’aggiunto Marisa Manzini – . Quello che è emerso è la capacità, posto che i matrimoni sono stati non pochi e l’attività che abbiamo compiuto stamattina ci dimostra che non è una attività conclusa. Sono ancora in elaborazione ulteriori matrimoni. Questa era una organizzazione che lavorava in modo proficuo con degli illeciti profitti. La vicenda è allarmante dal momento che attraverso questo metodo i soggetti che non hanno diritto a rimanere sul nostro territorio riescono ad ottenere i permessi necessari per esserci e conseguentemente i documenti che poi li abilitano a trasferirsi nella zona dell’unione europea dove è necessaria anche solo la carta di identità per muoversi. Questo è l’aspetto di assoluta rilevanza insieme a quello dello sviluppo della vicenda sul nostro territorio e l’auspicio è quello di una particolare attenzione al fenomeno che sembra essere diffuso».
L’ATTIVITA’ DI INDAGINE
L’individuazione dell’extracomunitario bisognoso della cittadinanza italiana e del permesso di soggiorno italiano; l’individuazione di soggetti italiani che erano disposti a prestare il consenso ad un matrimonio completamente simulato; l’assistenza all’extracomunitario sia nella fase precedente al matrimonio che in quella successiva. Nella fase antecedente perché occorreva seguire un iter, Reperire documenti per potere simulare il matrimonio in Italia e nella fase successiva perché dopo il matrimonio si dovevano individuare gli immobili dove far figurare la residenza fittizia per completare tutto l’iter prevista dalla normativa che iniziava con il matrimonio, passava dal permesso di soggiorno e finiva con l’acquisto della cittadinanza.
Perché gli indagati facevano questo? Il sistema è nato perché c’erano vantaggi sia per gli italiani che reperivano lo sposo o la sposa, i testimoni, si occupavano dei documenti, sia per gli extracomunitari che entravano in Italia; per i primi lo scopo era meramente lucrativo, si percepivano dei compensi che nel corso delle attività intercettive è emerso un tariffario ben preciso; la necessità dell’extracomunitario di corrispondere 4 mila euro circa per ottenere il matrimonio se il richiedente era di sesso maschile. Se il richiedente era di sesso femminile invece doveva corrispondere qualcosa in meno.
Per l’extracomunitario i vantaggi erano notevoli perché ripeto si partiva dalla simulazione del matrimonio che era il primo momento di una procedura a formazione complessa. Il matrimonio dava diritto ad ottenere immediatamente il permesso di soggiorno per motivi familiari perché prima del matrimonio la permanenza dell’extracomunitario era irregolare. Anche l’extracomunitario clandestino, se sposava l’italiano aveva solo per questo motivo il diritto a ricevere il rilascio del permesso di soggiorno. Oltre il permesso di soggiorno si faceva poi rilasciare il certificato di residenza. Tutto questo con il trascorrere di due anni di convivenza poteva poi consentire all’extracomunitario anche di chiedere il riconoscimento della cittadinanza italiana. Tutto questo portava al vantaggio di essere un cittadino Italiano a tutti gli effetti e usufruire del sistema scolastico, previdenziale, sanitario nazionale e soprattutto non avevano il problema di scappare, di non poter rimanere in Italia e non essere soggetti a ordine di espulsione.
Diversi i matrimoni che sono risultati fittizi e gli elementi da cui abbiamo ottenuto fosse emersa la prova certa della sono molteplici: gli accertamenti fatti sui luoghi dove risultava la residenza degli sposi, completamente fittizie; nella maggior parte dei casi sia l’Italiano che si prestava e sia l’extracomunitario avevano una vita sentimentale distinta e soprattutto la circostanza del matrimonio era ben nota al compagno o alla compagna. Tutti sapevano e oltre a questo dato della residenza fittizia, altro dato chiaro è il passaggio dei soldi: abbiamo intercettato che i bonifici fatti da donna marocchina che viveva in Belgio in favore dello sposo italiano Leporato, alcuni bonifici sono stati eseguiti dalla sposa marocchina altri dal compagno della straniera a riprova del fatto che i compagni dei soggetti sapevano che il matrimonio contratto era completamente simulato.
Altro dato importante che ha fugato ogni dubbio circa la simulazione dei matrimoni è la confessione degli indagati. Nel corso di alcune captazione gli stranieri con gli amici chiarivano che il matrimonio fatto in Italia era solo sulla carta e non per amore.
Quello che sembrava per gli extracomunitari un sistema che dava loro soltanto vantaggi, Dopo il matrimonio si è trasformato: l’extracomunitario in alcuni casi è rimasto fagocitato dal sistema, irretito, tanto che lo sposo italiano, nonostante avesse avuto in alcuni casi il denaro pattuito per il matrimonio, minacciava sempre lo straniero nel senso che chiedeva sempre continue periodiche somme di denaro dietro appunto la minaccia di avviare la pratica di separazione. Ciò comportava l’impossibilità di ottenere poi la cittadinanza italiana perché tra i presupposti previsti a tal fine si contempla non solo il matrimonio e la residenza italiana ma la convivenza per due anni. Un eventuale divorzio faceva perdere la possibilità della cittadinanza. In particolare questa pratica era applicata per lo più dalle donne italiane».
Per gli uomini il pagamento si aggirava sui 4500, per le donne qualcosa in più, 6 – 7 mila euro. Tengo a rimarcare che in questa indagine il terrorismo non c’è. Noi siamo partiti da una delle tante attivazioni che abbiamo come Ros, di controlli di soggetti da attenzionare, ma non c’è stato nulla di fatto. Salerno ha stralciato il fascicolo e l’ha mandata alla Procura di Cosenza
Il colonnello Sutera, comandante dell’Arma provinciale di Cosenza ha tenuto a rimarcare il discorso dell’ultima parte in riferimento al terrorismo che è soltanto il motivo iniziale per cui i colleghi hanno operato e oggettivamente l’attività che svolge il Ros è monitorare determinati ambienti per evitare che si possano palesare problematiche più gravi. Qui il problema è tutt’altro. L’aspetto più inquietante è il mercimonio degli esseri umani venduti ad un determinato prezzo per finalità che sono quelle di aggirare la normativa in materia di immigrazione. Atro aspetto che va sottolineato è il fatto che si tratta di un gruppo criminale che ha base logistica a Cosenza e questo deve far riflettere e che deve essere portata avanti sia in un’attività di controllo del territorio sia nello svolgimento di indagini paralleli.
In ultimo il legame forte che esiste tra territoriale e reparti speciali che si manifesta in operazioni come questa: c’è tutta una base a monte che viene svolta dal territoriale come conoscenza del territorio, acquisizione di elementi fondamentali che poi vengono messi a sistema utilizzando tecniche molto più importanti come attività intercettive. Ma presuppone uno scambio una osmosi che deve essere permanente e che devo dire ancora una volta ha portato ad un risultato brillante
